di Elisa Fais, dal Mattino di Padova. Scatta l’emergenza personale in seguito all’applicazione delle norme europee che vietano i turni no stop in corsia. In questi giorni l’Azienda Ospedaliera e l’Usl 16 stanno riorganizzando gli orari di medici, infermieri e operatori per adeguarsi alle nuove regole. La legge impone 48 ore massime di lavoro la settimana, 13 ore massime per turno e 11 ore consecutive di riposo garantito.
A conti fatti, emerge una grave carenza di personale negli ospedali padovani. E a soffrire di più sono i reparti ad alta specialità, compresa l’area chirurgica. Anaao Assomed Veneto, il sindacato dei medici, lancia l’allarme. «Secondo le nostre stime mancano oltre 250 medici su tutto il territorio veneto», dichiara Adriano Benazzato, segretario regionale Anaao Assomed, «a livello nazionale invece dovrebbero essere assunti circa 5mila medici e 20 mila infermieri in più. Il problema di fondo è che le dotazioni organiche sono progressivamente state asciugate, i medici italiani hanno fatto circa 10 milioni di ore in più di lavoro non retribuito. E questo è legato al fatto che i medici svolgono una professione particolare, sono trattenuti da principi etici e morali. È una legge corretta e giusta perché tutela sia i lavoratori che i pazienti, prevenendo il rischio clinico».
Le criticità maggiori si riscontrano nelle sale operatorie padovane. Del resto, è difficile immaginarsi un chirurgo che nel bel mezzo di un’operazione molla i ferri per correre a timbrare l’uscita. «Ci siamo incontrati con i direttori di dipartimento per affrontare il tema», dichiara Daniele Donato, direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera di Padova, «stiamo rilevando criticità prevalentemente nelle unità operative “hub”, cioè di riferimento regionale. Ad esempio la cardiochirurgia, la neurochirurgia, la chirurgia toracica e la chirurgia vascolare. Solo per citarne alcune. Per affrontare l’emergenza abbiamo provveduto ad attivare una serie di incarichi temporanei assumendo medici specialisti che già frequentavano i reparti. Per alcune aree di alta specialità, come ematologia e cardiochirurgia pediatrica, non riusciamo a trovare personale medico disponibile. Accade perché gli specialisti sono pochi e quelli che ci sono hanno già il contratto a tempo indeterminato».
L’indagine procede anche all’Usl 16. «Stiamo monitorando la situazione», dichiara Maurizio Zuanon, direttore amministrativo dell’Usl 16, «abbiamo già fatto degli incontri. Ora i responsabili di reparto stanno producendo un’analisi delle necessità in base alla nuova organizzazione degli orari. È ancora presto, ma stanno già emergendo le prime carenze». L’Ordine dei medici e chirurghi di Padova si schiera a favore della normativa. «Questo adeguamento è doveroso», dichiara Paolo Simioni, presidente dell’Ordine dei medici e chirurghi di Padova, «La norma europea garantisce la qualità dell’assistenza al paziente, facendo in
modo che i medici non siano sovraccaricati di lavoro e stress. Purtroppo ci stiamo imbattendo prepotentemente in questa carenza d’organico perché negli ultimi anni, con la crisi, le assunzioni sono state poche. Ora bisogna trovare le risorse finanziarie per assumere il personale necessario».
Il Mattino di Padova – 7 dicembre 2015