Analisi delle Regioni del Piano di revisione del Pnrr approntato dal Governo: “La sostituzione delle risorse UE con quelle del bilancio nazionale potrebbe rappresentare un’incognita forte data da saldi di finanza pubblica, c’è il rischio di bloccare i cantieri”. E sulla Mission Salute dove molti dei nuovi presidi territoriali saranno finanziati con i soldi dell’edilizia sanitaria le Regioni gelano il Governo: “Quelle risorse sono già programmate”. IL DOCUMENTO
“Ancora una volta, le Regioni e le Province Autonome non siano state coinvolte nella definizione del documento (pur trattandosi allo stato attuale di una bozza per la diramazione), benché, come ampiamente dimostrato sino ad ora nell’attuazione del PNRR, le stesse giochino un ruolo fondamentale per l’attuazione e per le necessarie sinergie da attivare sui territori per massimizzarne l’efficacia. In relazione a ciò appare, quindi, quanto mai opportuno e urgente un confronto sul documento anche al fine di assicurare un allineamento e una coerenza anche con le progettualità e le programmazioni regionali”. È quanto scrivono le Regioni in un documento congiunto in cui analizzano il Piano di revisione del Pnrr presentato dal Governo e in cui sottolineano come “la sostituzione delle risorse UE con quelle del bilancio nazionale potrebbe rappresentare un’incognita forte data da saldi di finanza pubblica e dall’entrata in vigore della nuova governance europea, un rischio blocco dei cantieri senza la certezza dei finanziamenti e, infine, un rischio per le autonomie speciali di definanziamento degli interventi laddove riferiti a finanziamenti statali non a loro destinati”.
Tra i temi affrontati dalle Regioni c’è anche la sanità e in primis si fanno alcune osservazioni, in particolare sui nuovi target fissati dal Governo che comportano riduzioni nel numero degli interventi finanziati dal PNRR e a cui secondo il Governo dovrebbero subentrare i fondi per l’edilizia sanitaria (ex art. 20): 414 Case della Comunità su 1350, che non si potrebbero realizzare, per il protrarsi dei lavori, entro giugno 2026 (in particolare, le nuove costruzioni); 76 Centrali Operative Territoriali (COT) su 600; 96 Ospedali di Comunità su 400.
Ma le Regioni segnalano come molte “hanno già programmato le risorse ex articolo 20 sin qui disponibili; concretamente si richiede di rinunciare ad una parte delle risorse di competenza delle annualità 2023/2024/2025 per supportare la carenza di risorse del PNRR (quantità degli interventi applicata ai prezzi attuali)”. E che “le risorse ex articolo 20 vengono spesso destinate alle necessità di ammodernamento delle strutture ospedaliere, spesso costruite oltre 50 anni fa, strutture che oggi presentano numerosi limiti dal punto di vista strutturale, antisismico, della sicurezza dei percorsi ospedalieri, del consumo in termini di spesa energetica, di qualità degli ambienti etc.”. Ed è per questo “opportuno che la dotazione dell’articolo 20 venga incrementata”.
Le Regioni poi ricordano come per l’attuazione del Pnrr “dal punto di vista civilistico le Aziende Sanitarie Locali, oggi titolate della realizzazione degli interventi programmati nei Piani Operativi Regionali (POR) e nei Contratti Istituzionali di Sviluppo (CIS) richiesti dallo Stato, devono procedere nella prosecuzione delle opere, senza ritardi e senza incorrere nella mancanza di finanziamenti”. Insomma ci sono dei contratti da rispettare.
Inoltre, le Regioni sono anche preoccupate per i tempi lunghi che comporta il finanziamento attraverso i fondi per l’edilizia sanitaria chiedono che venga varata una misura per cui “i finanziamenti art. 20 dovranno essere “nuovi finanziamenti” rispetto quelli già assegnati alle Regioni con precedenti Leggi di stabilità. Il provvedimento, altresì, dovrà prevedere una procedura di ammissione a finanziamento semplificata, senza dover ricorrere alla sottoscrizione di Accordi di Programma come stabilito, ad esempio, dal D.L. 18/2020, convertito con modificazioni dalla L. 24 aprile 2020, n. 27”.
Altro tema evidenziato dalla Regioni riguarda anche le proposte di revisione della componente 2 della Mission 6 Salute. Qui il giudizio è meno severo e le modifiche “paiono utili nel gestire le criticità rilevate” anche se “si conferma un ritardo complessivo dovuto alla pluralità di richieste che vengono effettuate alle medesime società produttrici oggi fornitrici delle attrezzature”.
02 agosto 2023