Una battaglia vinta: per maggiore libertà dei polli. Il primo dell’anno è entrata in vigore in California una legge che impone agli allevatori di allargare, almeno del doppio, lo spazio dove crescono gli animali scatenando una battaglia dentro e fuori le fattorie.
Il Dipartimento dell’agricoltura e del cibo ha deciso che ogni singolo uovo prodotto nello Stato deve rispettare criteri più “umani” dettando le esatte misure: ogni animale dovrà poter vivere in uno spazio di almeno 11 metri quadrati, circa, e avere la possibilità «di alzarsi, sdraiarsi e aprire le ali», recita il testo della legge. Il colpo sotto il profilo economico non è da poco – il bando riguarda anche i prodotti importati dagli altri Stati – e gli allevatori dovranno assestarsi: la California è al quinto posto tra i più grandi produttori di uova negli Stati Uniti. Lo stesso Stato che nel 2012 bandì il foie gras (anche se un giudice appena due giorni fa, ha sospeso il divieto in tribunale giudicandolo incostituzionale ), ha dato vinta un’altra battaglia per gli ambientalisti e per i consumatori, anch’essi costretti a pagare un prezzo: il costo delle uova – naturalmente – andrà ad aumentare, si calcola un’impennata tra il 35 e il 70 per cento. Che sia un segnale per cominciare una filosofia più cosciente nel consumo di prodotti animali? «I californiani non vogliono che gli animali vengano confinati in gabbie che impediscano i loro movimenti e la qualità della loro vita», spiegano dalla Humane Society degli Stati Uniti, un’organizzazione che tutela e vigila sullo stato dei diritti degli animali. «La nostra speranza è che la nuova legge inizi a smuovere le coscienze e a portare i consumatori ad acquistare solo uova da polli “liberi” che vivano all’aria aperta». La legge – frutto di una consultazione elettorale del 2008 dove gli elettori decisero di approvare “sì” alla conversione delle gabbie – ha portato all’attenzione pubblica i metodi agghiaccianti con cui si muove il mercato delle uova: nei casi più comuni i polli sono cresciuti in un’unica gabbia che può ospitare fino a 12 uccelli, dove ciascuno esemplare vive la propria esistenza in uno spazio inferiore allo schermo di un iPad. Anche nei casi di industrie con maggior attenzione alla sostenibilità i polli raramente vedono la luce del sole. Una organizzazione americana, la Sustainable Eggs Supply, una non profit che riunisce istituzioni, scienziati e ricercatori attenti al mondo del cibo, ha condotto uno studio dove vengono esaminati e documentati i metodi con cui i polli vengono cresciuti e l’impatto sulla nostra dieta
Corriere.it – 8 febbraio 2015