Una quantità sempre maggiore di plastica sta finendo nei nostri piatti. Non ce ne accorgiamo perché si tratta di particelle piccolissime, di dimensione comprese tra 1 nanometro e 5 millimetri, denominate “micro o nano-plastiche” e i cui effetti sulla salute umana adesso non sono quantificabili. Derivano da rifiuti e , attraverso diversi percorsi entrano nella catena alimentare arrivando fino al cibo. L’habitat privilegiato di questi minuscoli frammenti sono gli oceani, dove isole di detriti di plastica, alcuni grandi come la Francia, galleggiano in sospensione (leggi approfondimento sugli uccelli marini).
Queste particelle si trovano lì per svariate cause: gettati in mare come spazzatura o trasportati attraverso fogne o corsi d’acqua dove convergono scarichi privati e industriali inquinati. Una volta nel mare, i detriti degradano lentamente, soprattutto se esposti alla luce solare, creando miliardi di pezzi microscopici che i pesci e altri abitanti dell’ecosistema scambiano per cibo…..
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19 aprile 2017