L’economia italiana tiene e alla fine dell’anno la crescita del Pil (Prodotto interno lordo) potrebbe essere superiore alle stime del governo. Sul versante del lavoro l’Istat conferma la tendenza che vede aumentare gli occupati su base annua di 174 mila unità (+0,8%). Cresce la partecipazione al mercato del lavoro, stante un calo rispetto all’ottobre del 2015 del 2,2% degli inattivi (-308 mila persone).
Tornando al Pil, il dato definitivo sul terzo trimestre indica un avanzamento dello 0,3% della ricchezza prodotta rispetto ai tre mesi precedenti. La certificazione dell’Istat porta dunque a quota 0,9% l’aumento acquisito del Pil per il 2016. Anche in assenza di crescita nell’ultimo trimestre l’anno in corso verrebbe archiviato al di sopra della previsione (+0,8%) indicata dall’esecutivo nell’aggiornamento del Def.
L’istituto di statistica segnala che la crescita tendenziale del terzo trimestre, ossia rispetto al medesimo periodo del 2015, tocca l’1% (Germania e Francia si attestano rispettivamente a +1,7% e +1,1%). Cifra tonda che in Italia non veniva raggiunta dal secondo trimestre del 2011, quando il dato tendenziale evidenziò un +1,5%, vale inoltre il fatto che la ricchezza prodotta da luglio a settembre raggiunge la quota più elevata degli ultimi 4 anni: cioè 392,3 miliardi di euro. Risultati che il governo commenta sui social. «Il Pil è salito all’1%, era a meno 2,3%. Finalmente l’Italia ha cambiato segno e ha preso la strada giusta», dice il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso del #Matteorisponde. Su Twitter interviene il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per specificare: «L’economia cresce al ritmo più alto dal 2011 e crea lavoro. Direzione giusta, il cambiamento aiuta ad accelerare».
A poche ore dall’apertura delle urne oltre ai conti economici trimestrali l’Istat fornisce il dettaglio dei dati provvisori sul lavoro a ottobre. Le stime indicano una flessione sia degli occupati sia dei disoccupati su base mensile. I primi diminuiscono di 30 mila unità (-0,1%), mentre il numero di coloro in cerca di occupazione cala di 37 mila unità (-0,2%) rispetto a settembre. La minore partecipazione al mercato del lavoro, in termini di chi detiene o cerca impiego, si giustifica con la crescita degli inattivi (+0,6%, pari a 82 mila unità). Un trend, come detto, che cambia se riferito all’ottobre del 2015: su base tendenziale aumentano occupati e disoccupati, mentre diminuiscono gli inattivi. La spinta all’occupazione arriva dalle donne (+1,2%) con 117 mila unità in più rispetto a un anno fa, gli uomini occupati aumentano dello 0,4%.
A livello macro la giornata registra i rumors sulla probabile estensione del quantitative easing, da parte della Bce, oltre la scadenza del prossimo marzo. A Roma la Ragioneria generale dello Stato segnala il fabbisogno di novembre a quota 7 miliardi di euro, circa 500 milioni in più rispetto a ottobre per una diversa calendarizzazione dei pagamenti.
Andrea Ducci CORRIERE DELLA SERA – 2 dicembre 2016