Repubblica. La mossa di trasparenza voluta dal Commissario Figliuolo — scardinare la misteriosa casella “altro” che fino a due giorni fa contava 4 milioni e mezzo di persone — rischia di generare più polemiche di quante ne intende sopire. Perché andando a consultare il dato “esploso” nelle diverse categorie, si scoprono fatti interessanti. Ad esempio che in Sicilia il numero di soggetti fragili e, soprattutto, di relativi caregiver (assistenti familiari) che hanno ricevuto la dose è superiore agli over 80, priorità numero uno indicata dal governo.
Che in Campania rimangono ancora 80 mila soggetti che sfuggono alla classificazione, più del doppio rispetto alle altre Regioni. E, ancora, che qualcosa non torna nel computo del personale sanitario, sociosanitario e affine. Andiamo con ordine.
Gli altri sono loro
Nel report del governo sono state aggiunte alcune voci che hanno quasi del tutto svuotato la classe “altro”. Nella nuova versione si vede che, a livello nazionale, hanno ricevuto almeno un’iniezione 1,8 milioni di fragili e caregiver, 1,8 milioni di persone nella fascia 70-79 anni, 400 mila nella fascia 60-69. Rimane un residuo di “altro”, non di poco peso: 296 mila unità. Sono il frutto delle decisioni prese in autonomia dalle Regioni, e, al netto di furbetti e saltafila, vi rientrano anche i detenuti, i tossicodipendenti e pazienti che non erano prioritari. «I fragili e gli appartenenti alle classi di età più esposte e vulnerabili — avverte la Struttura commissariale — non risultano ancora coperte da vaccino in proporzione tale da garantire la loro messa in sicurezza. Non estendete le prenotazioni a soggetti di età inferiore a 60 anni».
Un Paese di caregiver
L’Italia, a stare a quanto si legge nel report, è un Paese di pazienti fragili e di badanti. I fragili sono, a prescindere dall’età, coloro che hanno usufruito giustamente di una corsia preferenziale. Il problema, però, sono i numeri. Secondo l’Inps, gli invalidi sono circa tre milioni. La maggior parte ha più di 60 anni e, quindi, potrebbe essere finita in altre categorie. Usiamo il condizionale perché, fa notare la Società italiana di epidemiologia, la classificazione appare confusionaria: «Un 70enne invalido che si vaccina dove viene classificato? Per una Regione è 70-80, per un altra è fragile…». E i caregiver ufficiali — che usufruiscono della legge 104 — non arrivano a 500 mila. Con quasi due milioni di iniezioni dovremmo essere già a buon punto, ma il richiamo del Commissario fa pensare il contrario.
In Sicilia la campagna vaccinale procede a fatica (è terzultima nella proporzione dosi consegnate-somministrate) eppure vola tra i fragili e caregiver: sono la categoria più nutrita, il 25 per cento dei siciliani che hanno ricevuto almeno una dose. In Campania la percentuale è due su dieci. In questi giorni c’è chi si è presentato negli hub come assistente familiare, ma poi si è rifiutato di firmare l’autocertificazione. Non a caso la Squadra mobile di Napoli guidata da Alfredo Fabbrocini ha avviato un’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Antonello Ardituro.
I finti sanitari
In Italia si è verificato uno strano aumento anche del personale sanitario: 832 mila persone in più, rispetto ai dati Istat, nel giro di pochi giorni. Nel dicembre scorso sono state stabilite le priorità e tutti hanno concordato che fosse necessario immunizzare subito medici e infermieri L’allora commissario, Domenico Arcuri, ha chiesto alle Regioni di indicare il numero di sanitari da vaccinare nel comparto pubblico e privato. Risposta: 1 milione e 870mila persone. Non c’è stato tempo per verificare quella cifra. Il problema si è posto ora. Quando qualcuno ha fatto due conti. Secondo l’Istat, il personale sanitario italiano è di poco superiore al milione. Chi sono gli altri 832mila per cui le Regioni hanno chiesto il vaccino? Secondo i carabinieri del Nas, il vulnus di questa fase del programma vaccinale starebbe proprio lì: con quelle dosi si sono vaccinati amministrativi, finti volontari di Protezione civile, dipendenti delle agenzie regionali, finti collaboratori di studi medici, in alcuni casi anche politici, insomma donne e uomini che non avrebbero invece avuto diritto alla dose e che invece oggi sono già immunizzati. In una parola: furbetti.
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