Finora si era quasi sempre parlato di casi isolati e tutti riconducibili a contagi prettamente familiari. Ora, però, la storia del coronavirus in Veneto si arricchisce di un nuovo capitolo, e al pari di quelli che lo hanno preceduto nessuno lo avrebbe decisamente voluto leggere: all’istituto superiore statale «Albert Einstein» di Piove di Sacco è stato registrato il primo vero cluster scolastico, con 15 studenti di tre differenti classi risultati positivi al tampone rapido.
Per raccontare la storia completa bisogna doverosamente fare un passo indietro fino a venerdì 2 ottobre, quando nel primo pomeriggio un professore della scuola superiore informa la preside Alessandra Buvoli della sua positività al Covid-19. La dirigente scolastica non perde tempo e contatta subito l’Usl 6 Euganea, proprio nelle ore a cavallo tra l’annuncio di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, delle nuove «Linee di indirizzo per la gestione dei contatti di casi confermati di Covid-19 all’interno delle scuole e dei servizi per l’infanzia» e l’effettiva pubblicazione delle stesse.
Un protocollo operativo immediatamente recepito dalla stessa Usl, che decide di seguire le indicazioni regionali e di esaminare tutti gli studenti della scuola superiore di Piove di Sacco entrati in contatto con il professore risultato positivo tramite test rapido antigenico da svolgere direttamente nell’istituto. Lunedì 5 i genitori degli alunni delle quattro classi coinvolte hanno sottoscritto – su richiesta della dirigente scolastica – l’autorizzazione a svolgere i test e ieri mattina intorno alle 9 un’équipe del distretto socio-sanitario 3 Padova Piovese, formata da personale medico Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) e infermieristico, si è recata in via Parini per effettuare i tamponi rapidi validati dal Ministero della Salute.
Per la prima volta in assoluto nel Padovano 93 studenti di quattro diverse classi – dalla seconda alla quinta superiore – vengono chiamati a turno e radunati in una tensostruttura utilizzata quale palestra dall’istituto e analizzati uno per uno. Basta aspettare pochi minuti per avere ogni singolo esito, ma è il computo totale a far strabuzzare gli occhi: a fine mattinata figurano 15 alunni asintomatici positivi al Coronavirus, di cui 9 in una singola classe e tre in altre due. Per loro scatta immediatamente – e in loco – l’effettuazione del tampone «classico», il cui esito si avrà già oggi o al massimo domani, mentre c’è chi può anche relativamente sorridere: l’intera classe di terza superiore entrata in contatto con il professore, infatti, è risultata negativa, e gli studenti sono potuti rientrare subito in classe al pari di altri tre docenti, a loro volta esaminati con il test rapido.
Per le tre classi in cui sono state riscontrate positività è scattato, invece, l’isolamento domiciliare per le prossime due settimane.
Raggiungiamo telefonicamente la preside Alessandra Buvoli, sconsolata nell’apprendere che quello da lei diretto è il primo istituto in cui i molti casi riscontrati potrebbero essersi diffusi all’interno del plesso scolastico stesso a partire da quello dell’insegnante: «Va detto che bisogna aspettare l’esito dei tamponi molecolari, ma siamo rimasti sconcertati quando abbiamo appreso delle 15 positività tra gli studenti, anche perché nessuno dei quali possiede evidenti sintomi riconducibili al Coronavirus. Abbiamo fatto i salti mortali per garantire ai 1.529 alunni delle nostre 62 classi di poter tornare in aula e siamo stati più che attenti a rispettare ogni singola norma igienico-sanitaria, ma a quanto pare non è bastato», chiude la preside dell’istituto Einstein.
La dirigente scolastica si congeda elogiando la professionalità degli operatori sanitari e l’efficacia del servizio, sottolineata anche da Patrizia Benini, direttore sanitario dell’Ulss 6 Euganea: «Si tratta di un sistema flessibile, duttile e versatile, pronto a essere modellato di volta in volta in base alle diverse situazioni scolastiche». La speranza generale è che non ci sia bisogno di ricorrervi (molte) altre volte.
Corriere del Veneto