La Stampa. La maxi recinzione anti peste suina africana, nella versione definitiva, coinvolgerà ventidue Comuni e la costruzione inizierà dal territorio appenninico. È quanto è emerso dall’incontro di ieri nell’auditorium del Marengo Museum a Spinetta, dove la Regione ha convocato i sindaci e la Provincia. «Il “premio” è toccato a noi e a Ponzone», commenta il sindaco di Molare, Andrea Barisone.
Il suo Comune, insieme a quello vicino, sarà il primo tra Ovadese e Acquese a vedere avviati i lavori della barriera che dovrà contenere i cinghiali e permetterne l’abbattimento massiccio. Al contempo, i cantieri apriranno anche in alta Val Borbera, a Mongiardino Ligure e Rocchetta Ligure. «Sono le aree della provincia – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa – maggiormente interessate dalla presenza di casi di cinghiali trovati positivi alla Psa. I lavori saranno assolutamente condivisi con i sindaci per accogliere le loro osservazioni come e dove installare la recinzione nei loro territori».
I cantieri inizieranno dalle due aree appenniniche per poi scendere verso la pianura. Tra Ovadese e Acquese interesseranno i Comuni di Molare, Ponzone, Cavatore, Acqui, Strevi, Rivalta Bormida, Montaldo Bormida e Predosa. La barriera proseguirà verso Fresonara e Basaluzzo, poi Pozzolo, Tortona, Villalvernia, Cassano, Sardigliano, Stazzano, Borghetto, Cantalupo, Rocchetta, Albera e Mongiardino. «È un percorso indicativo – precisa Protopapa – con una lunghezza non definita proprio perché molto dipenderà dalle indicazioni del territorio. Si lavorerà a tratti anche per rendere più facile il reperimento del materiale. Le imprese contattate hanno fatto presente che con grossi ordinativi ci sarebbero problemi».
L’assessore sostiene che i cantieri potrebbero partire fra quindici giorni. «Dai sindaci c’è stata massima disponibilità a collaborare», ha aggiunto. «Nessuno si è detto contrario – commenta Barisone – ma siamo tutti molto perplessi. Bisognerebbe trovare chi ha stabilito che per fermare questo virus serve questa soluzione in un territorio come il nostro». I casi di carcasse positive sono intanto saliti a 110 tra Liguria e Piemonte