Dopo la bozza di Piano anticipata da Quotidiano Sanità le Regioni mettono nero su bianco alcuni punti. In primis quello delle risorse senza la quali non si potrà partire: “Le risorse necessarie per la realizzazione dei piani pandemici regionali devono essere finanziate con fondi specifici vincolati all’attuazione del Piano nazionale e aggiuntivi rispetto al finanziamento del Fondo sanitario nazionale”. IL DOCUMENTO
“Si evidenzia quale punto prioritario, preliminare all’approvazione del nuovo Piano l’imprescindibile definizione del finanziamento a sostegno dello stesso già a partire dal 2024 per garantire la continuità delle attività già avviate con il precedente Piano, specificando eventuali vincoli di destinazione del finanziamento destinato a ciascuna regione e provincia autonomia”. È quanto chiedono le Regioni in una nota inviata al Ministero della Salute allo scopo di dare il via libera al nuovo Piano pandemico 2024-2028.
Nello specifico si chiede per l’avvio dal 2024 che sia “mantenuto il finanziamento previsto per il 2023 (300 mln) salvo procedere a conguagli successivi esperite le procedure di valutazione dei costi previste dallo sviluppo del nuovo Piano. In particolare, analogamente al precedente Piano 2021-2023, le risorse necessarie per la realizzazione dei piani pandemici regionali devono essere finanziate con fondi specifici vincolati all’attuazione del Piano nazionale e aggiuntivi rispetto al finanziamento del Fondo sanitario nazionale”.
Per le Regioni, inoltre, il Piano fin dalla sua approvazione, deve prevedere inoltre nell’intesa alcuni punti fondamentali:
- l’adesione vincolante delle regioni ai sistemi di sorveglianza acquisendo il parere del garante della privacy e definendone le modalità tecniche di implementazione e gestione e relativamente alla sorveglianza epidemiologica e virologica con definizione di uno specifico accordo nazionale con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta
- Prevedere sulla base di un accordo quadro nazionale preventivamente definito, che il Ssn debba essere supportato dal privato accreditato
- Prevedere che le altre componenti della società civile non afferenti al mondo sanitario debbano supportare il Ssn. Devono inoltre essere definiti i rapporti con i Ministeri dell’Istruzione dell’Interno dei Trasporti e della Sanità in via prioritaria e a seguire tutti gli altri ministeri per assicurare il raccordo delle azioni previste dal piano
- Prevedere che le altre componenti della pubblica amministrazione non direttamente coinvolte nella gestione dell’emergenza e in virtù di una verosimile rimodulazione del volume della loro attività possono supportare il servizio sanitario nazionale nel suo complesso
Richiesto poi che il “Governo assicuri l’adeguamento del quadro normativo vigente regolatorio del Panflu 2021-2023 in ragione dell’approvazione del nuovo piano”
Le Regioni propongono poi che “il rafforzamento delle dotazioni organiche dei dipartimenti di prevenzione e delle strutture di livello regionale per le finalità previste dal piano non sia vincolato al rispetto dei tetti di spesa per il personale”.