Il Ministero della Salute ha presentato, oggi a Roma, tutti i dati del controlli lungo la filiera agroalimentare. «Siamo i secondi in Europa come numero di controlli, dietro la Germania. E con irregolarità minime, pari allo 0,4%, rispetto alla media europea del 2,6%». Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha commentato la Relazione sul Piano nazionale integrato dei controlli. In Italia le Asl hanno effettuato oltre 700mila controlli, nel corso del 2012, su imprese alimentari, ortofrutta e prodotti fitosanitari. Il Ministro ha inoltre ricordato la proposta di un disegno di legge per una delega al Governo per il riordino delle norme in materia di sicurezza alimentare, che semplifichino gli obblighi per gli operatori senza incidere sulla salute dei consumatori, inasprendo le sanzioni per coloro che vogliono operare nell’illegalità.
Un disegno di legge per una delega al Governo sul riordino delle norme in materia di sicurezza alimentare, in un’ottica di semplificazione degli obblighi ma inasprendo le sanzioni per coloro che vogliono operare nell’illegalità; controlli migliori, attraverso l’adozione di Piani regionali più efficaci, come risultato di una collaborazione tra i diversi soggetti e Istituzioni coinvolte; lotta agli sprechi alimentari attraverso il Tavolo di lavoro con l’obiettivo di trovare possibili soluzioni per riutilizzare gli alimenti non consumati nella ristorazione collettiva o i prodotti alimentari che non vengono immessi in commercio perché non rispondono a specifici standard di qualità, come ad esempio forma, pezzatura, biscotti rotti o simili. Sono queste le tre priorità del ministero della Salute nel campo della sicurezza alimentare.
Un settore che in Italia può contare su un numero rilevante di controlli (siamo secondi solo alla Germania) e su un numero contenuto di irregolarità. Sull’argomento ha fatto il punto il ministro della salute Beatrice Lorenzin che oggi ha presentato i risultati dei controlli che vengono fatti in Italia a tutela della salute pubblica nel settore degli alimenti.
«Le Asl hanno effettuato oltre 700mila controlli – spiega il ministro – sulle imprese alimentari e i controlli sull’ortofrutta, per la presenza di residui di prodotti fitosanitari, rappresentano circa il 110% di quelli programmati. Le irregolarità riscontrate in questo settore, pari allo 0,4%, sono risultate nettamente inferiori alla media europea del 2,6%.».
Carenze nell’autocontrollo. Nonostante questi aspetti positivi, sottolinea Lorenzin, «dai dati emerge che ancora numerose, e in un certo senso non risolte, sono le irregolarità riscontrate nell’igiene generale, del personale e dell’Haccp». L’Hazard Analysis and Critical Control Points, letteralmente «Analisi del Pericolo e Punti Critici di Controllo» è un sistema che previene i pericoli di contaminazione alimentare basato sul monitoraggio dei punti della lavorazione degli alimenti in cui si prospetta un pericolo di contaminazione sia di natura biologica che chimica o fisica. «Queste carenze – continua il ministro – sono emerse nel corso delle attività ispettive svolte sia dalle Asl che dal Comando carabinieri per la tutela della salute che ha attivato il sistema di allerta principalmente per via di lamentele dei consumatori. Tali problematiche risultano essere ricorrenti negli anni. Questo evidenzia la necessità di proseguire nelle attività di formazione sia degli operatori addetti al controllo sia degli Operatori del settore alimentare (Osa) al fine di consentire una capacità di individuazione/risoluzione sempre più efficace delle non conformità attraverso il corretto impiego degli strumenti di autocontrollo da parte degli Operatori delò settore alimentare e di tutti gli strumenti del controllo ufficiale, incluso l’audit da parte delle Autorità competenti.come numero di controlli».
Più trasparenza e coordinamento tra le amministrazioni. Controlli sovrapposti, imprese tartassate e insufficiente comunicazione con il consumatore. Per sanare queste lacune il ministro Lorenzin ha dato indicazioni alla competente Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione di farsi carico, già dall’inizio del prossimo mese di settembre, di organizzare delle riunioni tecniche affinché «il rafforzato spirito di collaborazione tra le Amministrazioni centrali possa trovare una più efficace applicazione a livello regionale». Secondo il ministro infatti «Il coordinamento realizzato con il Piano Nazionale Integrato, deve essere più incisivo e trasparente, poiché spesso, da un lato, le imprese si lamentano dei troppi controlli, dei diversi attori che li svolgono e, dall’altro, i consumatori richiedono sempre alimenti sicuri e di qualità; quindi è importante comunicare ciò che si fa. In tal modo i Piani regionali dovranno veramente essere l’espressione di una proficua collaborazione tra i diversi soggetti ed Istituzioni che effettuano i controlli». Accanto a questa iniziativa, a un prossimo Consiglio dei Ministri Lorenzin presenterà un disegno di legge per una delega al Governo per il riordino delle norme in materia di sicurezza alimentare, «che semplifichino gli obblighi per gli operatori senza incidere sulla salute dei consumatori, inasprendo le sanzioni per coloro che vogliono operare nell’illegalità».
Il Piano nazionale integrato. Dai dati che emergono dal Piano nazionale integrato dei controlli, per quanto riguarda la vigilanza sulle imprese alimentari, su 124.846 campioni analizzati, sono state riscontrate 21.680 non conformità riscontrate a carico degli stabilimenti riconosciuti, 50.780 infrazioni a carico delle imprese alimentari registrate e 1.746 campioni non conformi. dai controlli effettuati su allevamenti e distributori registrati per la vendita di latte crudo: su 3.503 sopralluoghi e 14.590 campioni analizzati, sono risultati 64 campioni non conformi. Dal Piano di controllo dei residui di sostanze farmacologicamente attive e contaminanti, risulta che su 51.943 campioni analizzati, 246 non sono conformi. Importante l’azione dei Nas: su 36.603 controlli totali e 4.540 campioni prelevati sono state riscontrate ben 12.972 non conformità.
Residui di agrofarmaci nei prodotti alimentari. I dati dell’ultimo anno (2011) confermano la tendenza decrescente delle irregolarità, come negli anni precedenti. Complessivamente (frutta, ortaggi, cereali, olio, vino, baby food e altri prodotti) sono statti analizzati 6.864 campioni, di cui 26 (0.4%) con tenori superiori ai limiti massimi consentiti. «Il risultato positivo – spiega il ministero della Salute – è attribuibile in parte alle attività delle strutture centrali e territoriali ormai permanentemente impegnate nel controllo ufficiale in materia di prodotti fitosanitari in Italia, in parte alla costante revisione in senso restrittivo operata dal Ministero su alcuni impieghi ammessi, nonché ad una sempre maggiore consapevolezza degli operatori agricoli nell’impiego di tali prodotti».
Come negli anni precedenti, i risultati sono stati trasmessi all’European Food Safety Authority (EFSA) per la realizzazione del rapporto europeo sui residui di prodotti fitosanitari in alimenti per l’anno 2011, la cui pubblicazione è prevista entro fine 2013.
In dettaglio:
•Campioni ortofrutticoli: 4.761 (frutta: 2.655 – ortaggi: 2.106); di cui 22 irregolari (0.5%), 10 di frutta (0.4%) e 12 di ortaggi (0.6%))
•Campioni di cereali, olio e vino: 996, di cui 2 irregolari (0.2%)
•Campioni di baby food: 163, risultati tutti regolari e senza residui.
•Altri prodotti (succhi di frutta, farine, conserve, pane, pasta, biscotti, spezie, tè, erbe infusionali, legumi da granella, etc),: 944, di cui 2 irregolari (0.2%)
23 campioni (14 di frutta, 8 di ortaggi e 1 di cereali) sono risultati non regolari per l’impiego di un principio attivo non autorizzato per quella tipologia di alimento. Una parte dei prodotti campionati (397 campioni) sono biologici: 81 di frutta, 98 di ortaggi, 8 di cereali, 8 di olio, 5 di vino, 55 di baby food, e 142 di altri prodotti. 4 di questi sono risultati non conformi.
Organismi geneticamente modificati. Per quanto riguarda gli organismi geneticamente modificati, il ministero non dà numeri ma solo valutazioni positive. Nel 2012 l’attività di controllo ufficiale per la ricerca di Ogm nel settore degli alimenti, si legge nella scheda del ministero della salute, ha confermato «la costante e particolare attenzione che tutte le Regioni e Province autonome e tutti i soggetti interessati rivolgono alla tematica Ogm». Il numero complessivo dei campioni di diverse matrici prelevati, sul territorio e all’importazione, e analizzati è stato di 909, di cui 842 sul territorio e 67 riguardanti l’attività degli Usmaf, gli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera del Ministero della salute. «Esaminando i dati relativi al territorio, la valutazione generale dei risultati – sottolinea il ministero – è positiva, sia dal punto di vista della numerosità dei campioni che della percentuale di non conformità. Infatti, per il totale di campioni analizzati ed elaborati sul territorio non è stata rilevata alcuna non conformità relativa alle disposizioni di etichettatura. Questo risultato conferma da una parte la crescente consapevolezza degli operatori del settore alimentare che pongono particolare attenzione lungo tutta la filiera, dall’approvvigionamento delle materie prime alla commercializzazione del prodotto finito, dall’altra l’efficacia dei controlli ufficiali messi in atto».
«Anche per il 2012 i prodotti alimentari sul mercato italiano- commenta Lorenzin – hanno rispettato i requisiti d’etichettatura previsti dalla normativa vigente, assicurando in tal modo una corretta informazione al consumatore. La presenza di Ogm, autorizzati e non, negli alimenti in Italia è decisamente limitata e a livello di tracce!».
Frodi alimentari. Il minsitero della Salute sarà il punto di contatto italiano della task force contro le frodi alimentari attivata a livello europeo. «Abbiamo visto recentemente – spiega il ministro Lorenzin – quanto i consumatori siano rimasti colpiti dalla frode della carne di cavallo in prodotti che non ne dichiaravano la presenza in etichetta. Per questa frode abbiamo fatto più controlli di quanti ce ne richiedeva l’Unione Europea».
Integratori alimentari. Il mercato di questi prodotti registra da anni un incremento costante: dai dati forniti dalle associazioni di categoria del settore risulta che da giugno 2012 a maggio di quest’anno il mercato degli integratori ha sviluppato un valore pari a 1.939,5 milioni di euro (+4,5% rispetto all’anno precedente) per un totale di 142,8 milioni di confezioni vendute (+4,7% rispetto all’anno precedente). «Da un lato questo dato ci conforta – sottolinea Lorenzin – perché è indice di un settore che subisce meno degli altri l’attuale situazione economica, dall’altro ci spinge a dedicare la massima attenzione alla sicurezza dei prodotti sul mercato. Al proposito voglio solo ricordare un recente episodio, il sequestro il 5 luglio scorso a Macerata da parte dei NAS di un ingente quantitativo di olio di canapa, spacciato come integratore alimentare, ma che vantava proprietà terapeutiche, non possedute, per la cura di malattie importanti! Perseguiremo con costanza frodi di questo tipo che traggono in inganno i consumatori vantando proprietà miracolose e mettono a rischio la loro salute, soprattutto in presenza di malattie che richiedono cure adeguate!». Per favorirne un uso corretto e consapevole di tali prodotti, il ministero ha predisposto un Decalogo per un corretto uso degli integratori alimentari. «Seguendo queste semplici indicazioni – sottolinea il mministro della salute – l’uso degli integratori, di quelli che sono “legalmente” presenti sul nostro mercato, che non promettono miracoli che non possono mantenere, sarà sicuro e potrà essere utile, ma non dovrà mai porsi come alternativo a corrette abitudini alimentari e a un sano e attivo stile di vita, né potrà compensare comportamenti inadeguati».
Catena del freddo. Un secondo decalogo è stato predisposto dal ministero per prevenire il fenomeno delle tossinfezioni laimentari, il cui picco è proprio durante la stagione estiva. Buona parte di queste originano a livello domestico e sono dovute a una cattiva conservazione degli alimenti, perché a causa del caldo i cibi, sia crudi che cotti, si deteriorano più facilmente e possono essere colonizzati da microrganismi patogeni.
fonte: da il Sole 24 Ore sanità – 18 luglio 2013