Cinque funzioni gestionali suddivise in dodici azioni (“isorisorse” come specifica il documento nella descrizione di ognuna): è il piano operativo del Piano nazionale della prevenzione (Pnp) che il ministero della Salute ha pubblicato come decreto (datato 4 agosto 2011) sulla «Gazzetta Ufficiale» n. 254 del 31 ottobre 2011. E che individua le priorità del Pnp in base all’esame dei Piani regionali di prevenzione presentati al 31 dicembre 2010. La prima delle cinque funzioni è quella di indirizzo. Che prevede cinque azioni da mettere in campo entro 18 mesi: supporto legislativo al Pnp con la predisposizione degli adeguamenti normativi necessari raccolti in un Ddl di iniziativa governativa.
Che sono: intesa Stato-Regioni su registri, sorveglianze e sistemi informativi per la prevenzione che siano di importanza strategica e quindi da implementare; “contratto” nazionale con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta per garantire il loro ruolo operativo nell’attuazione dei progetti dei Piani regionali di prevenzione; intesa Stato-Regioni sull’emanazione di un documento che procedurizzi la pianificazione di settore in ambiti che coinvolgono la prevenzione; accordi inter-istituzionali e intersettoriali relativi a stili di vita e ambiente.
La seconda funzione è quella per definire gli strumenti per realizzare la programmazione. E si divide in tre azioni: definizione entro 11 mesi di un protocollo di utilizzo della Public health genomics (un approccio scientifico multidisciplinare emergente che ha lo scopo di integrare in maniera efficace le conoscenze derivanti dalla genomica nella sanità pubblica) basato sulle evidenze disponibili; predisposizione entro 18 mesi di supporti alle Regioni con un quadro sistematico di strumenti (capacity building, sintesi delle nuove evidenze scientifiche) a supporto della programmazione. del monitoraggio e della valutazione regionale (compresa la revisione del progetto Cnesps di formazione per responsabili e operatori impegnati nei progetti dei Piani regionali di prevenzione ); definizione entro 18 mesi di documenti tecnici di sintesi delle evidenze scientifiche rispetto a obiettivi di salute del Pnp (Evidence based prevention, Ebp); assetto istituzionale (entro sei mesi) dell’Osservatorio nazionale screening (Ons).
Terza funzione è quella che si occupa di stabilire e mantenere le partnership ed è composta di una sola azione: definizione entro dodici mesi delle regole nei rapporti tra ministero/Regioni e Società scientifiche e Associazioni con “atti d’impegno” a livello nazionale (almeno 4) condivisi col Tavolo tecnico della Commissione salute delle Regioni, individuazione degli stakeholder a livello nazionale e conseguente sigla di “atti di impegno”, proposta alle Regioni di replicare e contestualizzare a livello regionale lo stesso meccanismo.
Quarta funzione quella che riguarda la responsabilizzazione degli operatori. Anche in questo caso è prevista una sola azione: definire (entro dodici mesi) un Codice di comportamento, basato sulle evidenze scientifiche, per la realizzazione di campagne informative sulla prevenzione a opera di istituzioni del sistema sanitario.
Quinta funzione, infine, quella della “gestione basata sulla conoscenza”. Due le azioni. La prima è fornire nell’arco di 24 mesi elementi conoscitivi per una più integrata politica di prevenzione nei sistemi sanitari regionali. La seconda è analoga, ma ha lo scopo di fornire elementi conoscitivi stavolta per una più «sistematica ed efficiente integrazione sociosanitaria». In questo i tempi previsti sono di dodici mesi.
Sanita.ilsole24ore.com – 1 novembre 2011