La DGISAN (Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione) ha pubblicato la Relazione riguardante il controllo ufficiale degli additivi alimentari (AA) tal quali e nei prodotti alimentari, Anno 2019, ultimo anno di attuazione del Piano Nazionale additivi alimentari 2015-2019.
In particolare tale Piano prevede 2 attività fondamentali:
1. la verifica della conformità riguardante l’utilizzo degli AA nelle produzioni alimentari in base al Regolamento (CE) n. 1333/2008;
2. il controllo dei requisiti di purezza degli AA ai sensi del Regolamento (UE) n. 231/2012, divenuto obbligatorio dal 2016.
Nel 2019 l’attività di controllo ufficiale è stata estesa alla verifica dei metalli anche negli AA prodotti a partire dalle alghe, conformemente a quanto stabilito dalla Raccomandazione (UE) 2018/464 relativa al monitoraggio di metalli e dello iodio nelle alghe marine, nelle alofite e nei prodotti a base di alghe marine ovvero l’E160a(iv), l’E400-407 e l’E407a. La relazione si basa quindi sui risultati delle attività di controllo, trasmessi dai laboratori al Ministero attraverso la piattaforma NSIS-VIG.
Nella relazione sui risultati del 2019, la DGISAN sottolinea come, analogamente a quanto osservato negli anni precedenti, la più elevata percentuale di non conformità risulta ancora collegata ai solfiti.
In particolare il riscontro di tali NC nella categoria “carne” (circa il 42% delle NC totali) è riconducibile ad utilizzi fraudolenti finalizzati ad alterare le caratteristiche organolettiche naturali dei prodotti per ottenere allungamenti impropri delle shelf-life degli stessi. Si tratta di una pratica certamente molto pericolosa da un punto di vista sanitario in quanto espone fasce di popolazione vulnerabili (soggetti allergici ai solfiti) a consumi inconsapevoli di tale AA.
L’analisi dei dati evidenzia che la pratica fraudolenta interessa prevalentemente alcune Regioni e in particolare il settore delle preparazioni di carni fresche. Tale evidenza è ulteriormente avvalorata dal riscontro di risultati simili tra i dati rendicontati nel contesto dei Piani regionali allergeni, che confermano la diffusione del fenomeno descritto.
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