Il Corriere della Sera. E’ una corsa contro il tempo. E contro le continue mutazioni che Sars-Cov-2 riesce, purtroppo, a sfornare. Sul fronte dei vaccini, le multinazionali del farmaco sono impegnate nella messa a punto di contromisure sempre più mirate. Ieri il colosso statunitense Pfizer ha annunciato che in caso di necessità sarà in grado di fornire in primavera un vaccino adattato alla variante Omicron del Covid.
Lo dice in un’intervista al giornale svizzero «Blick» Sabine Bruckner, responsabile di Pfizer nel Paese elvetico. «Non sappiamo ancora se questo vaccino sarà necessario», osserva Bruckner. Pfizer sta quindi lavorando su due fronti contemporaneamente, spiega la responsabile. Da una parte sta studiando fino a che punto l’attuale siero sia efficace contro le nuove varianti, dall’altra sta sviluppando le modifiche nel caso in cui fosse necessario adattarlo.
Perché, al momento, gli studi prodotti mostrano che con la dose «booster» del vaccino Pfizer si registra un aumento dei livelli di anticorpi di 25 volte rispetto a quelli individuati tre settimane dopo la seconda dose e si mantiene la capacità di neutralizzare Omicron, pur con livelli più bassi rispetto a quelli che si hanno contro Delta.
Resta però da capire quale sia la reale durata della copertura. In Israele, tra i primi Paesi a partire con il «booster», i dati preliminari di Pfizer non ancora pubblicati segnalerebbero già un declino degli anticorpi a tre mesi dalla terza dose.
La situazione
Al momento c’è ancora incertezza sull’efficacia delle dosi booster contro la Omicron
«La metodologia mRna velocizza sicuramente questo aggiornamento della composizione. È chiaro che bisogna anche fare delle prove, come accade per qualsiasi altro vaccino», dice Fabrizio Pregliasco. virologo dell’università di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano.
Anche Moderna ha annunciato che qualora si rendesse necessario un nuovo vaccino contro la variante Omicron, sarà in grado di «produrlo su larga scala entro l’inizio del 2022».
Che una delle due aziende in corsa possa farcela entro la primavera prossima, però, è tutto da vedere.
Tra sperimentazione clinica e procedure di approvazione da parte degli Enti regolatori, sembra più realistico pensare che il nuovo vaccino potrà essere pronto all’uso non prima di giugno.