“Zaia decida finalmente cosa fare sulla questione Pfas, perché non sembra avere le idee ben chiare. Ieri, 26 gennaio, la Commissione tecnica regionale Ambiente, durante la riunione a Palazzo Linetti, ha dato il via libera a un nuovo impianto di cogenerazione della potenza di ben due Megawatt alimentato a metano dell’azienda di Trissino. Il parere positivo però non è arrivato all’unanimità: a votare contro, uno dei Commissari e il rappresentante dell’Ulss 8 Berica, un particolare che deve far riflettere”.
È quanto sostiene Andrea Zanoni, Vicepresidente della commissione Ambiente e Consigliere regionale del Partito Democratico in una nota in cui commenta il primo via libera al nuovo impianto della Miteni. “I pareri negativi sono arrivati – prosegue – poiché nell’istruttoria non è stata affrontata l’importante questione degli impatti cumulativi dell’impianto con quelli dell’intero sito, finito nell’occhio del ciclone a causa dell’inquinamento da Pfas. Una carenza nell’istruttoria della pratica non da poco. Adesso però la parola passa alla Conferenza dei servizi dove la Regione si presenterà col proprio parere e con il voto favorevole”.
“Prima di un definitivo via libera – aggiunge il Consigliere democratico – invito Zaia ad approfondire maggiormente tutta la vicenda Pfas, affinché non accada che la mano sinistra della Regione non sappia quello che fa la mano destra, come evidenziato dalla pessima e grave figura fatta con la relazione dello scorso novembre sui gravi danni alla salute derivanti dai Pfas, con rischi anche mortali, della quale il Governatore dice di essere rimasto all’oscuro per mesi. Inoltre, anche sulla ventilata ipotesi di delocalizzazione della Miteni per consentire una completa bonifica del sito e scongiurare ipotetici futuri inquinamenti, sarebbe il caso che la Regione finalmente si desse una mossa. Zaia finisca di strappare i petali alla margherita e decida il destino di uno dei siti inquinati tra i più problematici, vasti e deleteri di tutto il Veneto”.
“Infine – conclude Zanoni – trovo alquanto bizzarro il modo di operare della stessa Miteni, dato che, prima di fare costosi ed ingenti investimenti come questo nuovo impianto a cogenerazione, dovrebbe almeno attendere l’esito delle indagini in corso che potrebbero avere degli sviluppi non indifferenti in merito al futuro dell’intero sito”
28 gennaio 2017