Questione Pfas, il Tribunale superiore delle acque di Roma ha dato ragione al consorzio Arica e alle società di gestione Acque del Chiampo, Medio Chiampo e Alto Vicentino Servizi, che avevano impugnato il decreto regionale di autorizzazione dello scarico del collettore. La Regione – peraltro su indicazione del ministero dell’Ambiente – ha imposto nel luglio scorso agli scarichi industriali gli stessi limiti dell’acqua potabile per quanto riguarda i Pfas? Bene, dice in sostanza il Tribunale, adesso però deve indicare un cronoprogramma, cioè un percorso graduale di adeguamento, e quali siano le migliori tecnologie per abbattere le sostanze perfluoroalchiliche, così da arrivare ai limiti previsti e peraltro ancora validi.
E deve fare tutto questo, insieme all’Arpav, entro 11 gennaio prossimo, data della nuova udienza davanti al Tribunale delle acque. «Un successo di tutto il territorio – commenta Alberto Serafín, amministratore unico di Acque del Chiampo – Noi non chiedevamo limiti più alti, come qualcuno si ostina ad affermare. Noi siamo depuratori, la tutela della salute ci riguarda da vicino. Ma a fronte dell’imposizione, arrivata in luglio, di adeguarci immediatamente ai valori limite, abbiamo fatto presenti due problemi: la tempistica e la tecnologia». Cioè la graduazione temporale degli interventi, in una logica di sviluppo sostenibile, e i sistemi tecnologici di abbattimento dei Pfas, anche sperimentali. Ora Regione e Arpav dovranno aprire un confronto per individuare con gli enti gestori le ipotesi di lavoro: «Nasce finalmente un tavolo tecnico – aggiunge Serafin – che sarà il punto di mediazione sostenibile tra le ragioni della salute e quelle delle imprese». Il presidente del Consiglio di bacino, Giorgio Gentilin, sottolinea: «Va apprezzato il buon senso dimostrato dal Tribunale delle acque che conferma un alto livello di attenzione ad un territorio che vuole crescere in modo sostenibile, con una costante sensibilità nei riguardi della salute dei cittadini». «Ho piena fiducia – è la conclusione di Antonio Mondardo, presidente di Arica – che la Regione saprà individuare la giusta soluzione per uno sviluppo ecosostenibile del territorio. E stata vincente la scelta di Arica di ricorrere congiuntamente con le tre società consorziate per fare così evidenza di unione del territorio di fronte a una problematica comune».
Il Giornale di Vicenza – 20 novembre 2016