litz no-Pfas alla Miteni, denunciati quattordici attivisti dei centri sociali Bocciodromo di Vicenza, Arcadia di Schio e Pedro di Padova. Due settimane fa in trenta erano entrati all’azienda di Trissino al centro di un’inchiesta e sospettata di essere la principale responsabile dello sversamento di sostanze perfluoro alchiliche nella falda acquifera tra le province di Vicenza, Verona e Padova. Mascherine antipolvere sul volto e tute bianche, avevano scavalcato la recinzione e, raggiunte le aree in cui sono conservate le sostanze chimiche, avevano acceso fiaccole e fumogeni e srotolato striscioni: «Miteni criminale l’acqua è un bene comune» e «Sanzioniamo i responsabili del disastro ambientale». In quattordici sono stati identificati dalla Digos grazie ai filmati di videosorveglianza aziendale e denunciati, in particolare otto antagonisti tra i 21 e i 38 anni residenti in città e provincia, uno a Padova. Tra i manifestanti, volti conosciuti dagli investigatori per il loro attivismo antagonista, molti già denunciati per reati commessi in occasione di manifestazioni pubbliche. Le accuse stavolta sono di violenza privata, violazione di domicilio, imbrattamento e manifestazione senza preavviso.
Intanto, la Procura ha nominato un pool di esperti dell’Istituto Superiore di sanità e il professore inglese Tony Fletcher che condusse le ricerche in un caso analogo di inquinamento negli Stati Uniti, quello Dupont: dovranno stabilire quali siano i reali effetti dei Pfas sulla salute e da quanto i manager della Miteni (nove indagati) erano informati dei presunti effetti dannosi.
Benedetta Centin – 2 prile 2017 – Corriere del Veneto