Raccontano che dalle parti di Vicenza, dove per decenni dai rubinetti sono usciti veleni e adesso la gente si fa controllare il sangue per cercare di capire a quali danni è andata incontro, i figli dei dipendenti di Arpav vengano insultati dai compagni di classe. Bambinetti delle elementari che accusano i vicini di banco di avere padri o madri “avvelenatori”. Il nuovo capitolo del più grande scandalo di inquinamento ambientale del Veneto riguarda l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Arpav, appunto. Che dopo la relazione dei carabinieri del Noe dello scorso luglio è finita nel mirino, accusata di non aver detto già del 2006 che la fabbrica della Miteni, in quel di Trissino, stava contaminando la falda acquifera con i Pfas, quelle sostanze usate per rendere impermeabili i tessuti e antiaderenti le padelle. Se i tecnici di Arpav avessero segnalato nel 2006 i pozzi avvistati alla Miteni, la bonifica sarebbe potuta partire subito e non tredici anni dopo. Questo ha scritto il Noe. ….
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