“Disprezzare l’acqua e inquinarla può assomigliare a una bestemmia, perché significa disprezzare Dio”. Quella del vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, è una presa di posizione forte sul dramma dell’inquinamento da Pfas, che martedì sera al cinema teatro Bellini di Montagnana è stato trattato sotto tre diversi punti di vista: etica, scienza e fede. All’incontro, organizzato dal comitato Zero Pfas, oltre al vescovo, è intervenuto anche il professor Gianni Tamino, biologo dell’università di Padova. Due voci autorevoli scelte dalle mamme del comitato per sensibilizzare ulteriormente la popolazione rispetto a un problema la cui gravità è stata confermata sia dall’ultimo rapporto Arpav, sia dal quinto report regionale sullo screening medico degli abitanti dei 21 comuni della Zona rossa, in cui rientra anche Montagnana, unica località del padovano. “La custodia del creato – ha affermato monsignor Cipolla – non è una questione soltanto tecnica o politica, ma anche morale. Nella gestione dell’ambiente le leggi più giuste e le tecnologie più avanzate nella non possono sostituirsi alle coscienze”. Un appello che, nel caso dei battezzati, viene direttamente da Dio, la cui grandezza si rispecchia nella bellezza del creato, come ha sottolineato il vescovo. “Per i cristiani prendersi cura dell’ambiente diventa un dovere spirituale – ha affermato – e oggi più che mai servono spiriti liberi e forti per risalire la china degli errori compiuti in passato”. “Voi siete l’esempio di chi paga perché qualcun altro ha inquinato – ha proseguito il vescovo rivolgendosi ai circa 200 presenti – sono qui per incoraggiarvi e per dirvi che siete sulla strada del Vangelo perché essere cristiani vuol dire anche farsi carico dei problemi di un territorio, adoperandosi per la salvaguardia del bene comune”.
Il Gazzettino – 5 aprile 2018