«Si procederà oltre alla scadenza fissata di fine anno. Intanto entro dicembre sarà presentata una relazione per fare il punto di quanto fin qui verificato e analizzato». Così il presidente della Commissione d’inchiesta sui Pfas, Manuel Brusco (M5s). Anche ieri il gruppo ristretto di consiglieri ha potuto sentire Enzo Merler, responsabile scientifico del progetto di ricerca “Valutazione della biopersistenza sullo stato di salute del personale altamente esposto alle sostanze fluorate”, e Adolfo Fiorio, direttore dello Spisal dell’Ulss 8 Berica, che ha in carico i dipendenti della Miteni spa di Trissino, la società da dove è partito il grande e storico inquinamento da Pfas. «I due esperti – ha sintetizzato Brusco – hanno sostanzialmente confermato quanto già si sa. E cioè che c’è una reale difficoltà nel trovare una correlazione tra concentrazione di Pfas nel sangue e in quello dei lavoratori è molto più elevata rispetto ai residenti – e l’insorgenza di una precisa malattia. Si può considerare insomma che queste sostanze nel sangue possano considerarsi alla stregua di un ulteriore fattore di rischio per le patologie cardiovascolari e quelle legate al metabolismo. In quest’ottica – ha aggiunto – va tuttavia messo in evidenza come studi internazionali dimostrino il contrario, come abbiamo potuto verificare durante i lavori in Commissione. Siamo comunque in attesa dell’esito di ulteriori ricerche. Il medico dello Spisal ha poi ribadito che sono state messe in atto tutte quelle precauzioni, dall’uso di protezione alla turnazione nei ruoli più delicati, per garantire la tutela della salute dei dipendenti». La prossima settimana saranno sentiti in Commissione d’inchiesta i rappresentanti di associazioni e comitati “NoPfas
Il Giornale di Vicenza – 28 novembre 2017