Ieri pomeriggio sono stati approvati in via definitiva al CIPE i piani operativi ambiente per i Fondi di Sviluppo e Coesione. Questo vuol dire che, come annunciato dal Sottosegretario Luca Lotti, il Governo stanzierà gli 80 milioni di euro necessari agli interventi ambientali sul bacino Fratta-Gorzone, finalizzati alle misure di contrasto dall’inquinamento da PFAS nelle acque della provincia di Vicenza e Verona.
La scadenza avvenuta lo scorso anno dell’Accordo di programma per il Fratta-Gorzone e la necessità del suo rinnovo, avevano già dato l’occasione per intervenire confermando che i fondi già esistenti (23 milioni di euro) dovevano rimanere investiti per il trattamento dei fanghi.
Ora con il finanziamento di questi ulteriori 8o milioni anche la parte aggiuntiva dell’accordo per ridurre la concentrazione dei PFAS nelle acque del bacino idrico potrà essere definita. L’ultimo passaggio sarà al tavolo dei sottoscrittori dell’accordo che, attraverso questo addendum specifico sui PFAS, renderà operativo lo stanziamento fatto dal Governo. Il Ministero dell’ambiente sta inoltre fornendo tutto il supporto scientifico per poter affrontare la problematica nel modo più efficace possibile. Il Governo con lo stanziamento complessivo di oltre 100 milioni di euro a tutela delle risorse idriche del bacino Fratta-Gorzone conferma la sua attenzione ai temi ambientali e in particolare a quelli che riguardano il Veneto e Vicenza.
“Ora i fondi ci sono, la Regione non ha più scuse e deve trovare immediatamente le fonti di approvvigionamento alternative per gli acquedotti contaminati”.
Questa la richiesta avanzata dalla consigliera regionale Cristina Guarda (AMP) nel commentare “la notizia che il CIPE ha approvato in via definitiva i Piani Operativi Ambiente, comprendenti gli 80 milioni di euro che il Governo stanzierà per finanziare misure di contrasto all’inquinamento da PFAS nelle acque delle province di Vicenza e Verona”.
“Si tratta di un ottimo risultato – afferma Guarda – ottenuto grazie al lavoro di squadra che ha visto coinvolti la sottoscritta, l’On. Filippo Crimì e il Governo. Le promesse sono state quindi mantenute e la Regione ora non può più dire che mancano i soldi”.
“Ora che i fondi ci sono – continua l’esponente di Alessandra Moretti Presidente – Zaia e la sua Giunta ci dicano quali sono i progetti definitivi per le nuove fonti di approvvigionamento per l’acquedotto di Lonigo e per mettere in sicurezza tutto il resto del territorio contaminato. Sono passati tre anni da quando l’Istituto Superiore di Sanità scrisse alla Regione per chiedere che, oltre ad adottare misure di urgenza, l’Ente avrebbe dovuto progettare una nuova rete di acquedotti per la distribuzione di acqua non contaminata e per evitare quindi i pesanti costi dei filtri”.
“A questo punto – conclude Cristina Guarda – i cittadini hanno il diritto di sapere se la Regione è pronta ad agire immediatamente oppure no. Agli slogan la Regione faccia seguire i fatti, perché è in ballo la salute dei veneti!”.
2 dicembre 2016