Pfas e veleni nelle acque: dopo l’iscrizione a Vicenza nel primo nome nel registro degli indagati, una nuova sferzata alle indagini scatta dalla procura scaligera, impegnata come i colleghi berici a individuare gli eventuali responsabili di quello che si sta ormai rivelando un autentico scandalo ambientale. L’ultima novità riguarda il pubblico ministero Francesco Rombaldoni, sul cui tavolo sono destinati a finire gli atti della seduta che si è tenuta esattamente una settimana fa a Roma, mercoledì 22 giugno, davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e sugli illeciti ambientali ad esse correlati.
A esporre il caso Pfas, in Aula, c’erano il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro, il portavoce del Coordinamento Acque Libere da Pfas Piergiorgio Boscagin ed il presidente del Centro di Azione Giuridica di Legambiente Veneto, l’avvocato Luca Tirapelle, che sono stati ascoltati nel corso dell’audizione e hanno puntato il dito sulle «emergenze connesse alla presenza nell’ambiente di sostanze perfluoroalchiliche, in relazione alla grave situazione di criticità che sta interessando larghe fasce di popolazione in Veneto».
Da parte della commissione d’inchiesta, è stato assicurato l’«interessamento del governo alla vicenda» ma è stato nel contempo ipotizzato «l’invio di uno o più magistrati in Veneto per verificare come stiano proseguendo le indagini e gli accertamenti sulla vicenda e le problematiche connesse». E mentre ieri si è tenuto un vertice tra i gestori dei sistemi di rete idrica integrata di tutto il Veneto su come fronteggiare i «danni da Pfas», il presidente di Legambiente Lazzaro rilancia che «è importante da subito fermare l’esposizione dei cittadini a queste sostanze e la loro diffusione nell’ambiente». Gli fa eco l’avvocato Tirapelle: «Abbiamo chiesto alla commissione d’inchiesta di valutare la sussistenza della nuova ipotesi introdotta dalla recente legge sugli Ecoreati e di attivare l’Avvocatura dello Stato per sopperire alle mancanze della Regione Veneto ed intraprendere le opportune azioni sia in sede civile che penale nei confronti dei responsabili».
La. Ted. – Il Corriere del Veneto – 29 giugno 2016