Per il consigliere veneto va tenuto conto dell’estensione degli inquinanti al Po. “Ci aspettavamo che i divieti fossero allargati quanto meno anche alle zone di Rovigo e non la solita ordinanza che limita la pesca nei 30 Comuni dell’area rossa”. Si attendono, intanto, i risultati analitici dei singoli campionamenti effettuati su altre sostanze alimentari, vegetali e di origine animale per valutare ulteriori divieti di consumo. L’ORDINANZA
Quotidiano sanità. All’indomani della nuova ordinanza sul divieto di pesca per i 30 comuni della zona rossa, a sollevare la questione sui cibi inquinati dai Pfas è il consigliere regionale Andrea Zanoni (PD). Nell’ordinanza n. 88 del 28 giugno 2019 si legge che il divieto, temporaneo, di consumo di pesce pescato proveniente dalle aree dove sono state riscontrate positività analitiche per i Pfas resta sino al 31 dicembre 2020. “Visto che la contaminazione da inquinanti si è estesa al Po’ – spiega Zanoni – e alla luce del parere sulle nuove soglie-limite, stabilite ormai da dicembre dall’Agenzia Europea della Sicurezza Alimentare – Efsa – ci aspettavamo che i divieti fossero allargati quanto meno anche alle zone di Rovigo, dove passa il Po’, e non che ci fosse la solita ordinanza che limita la pesca nei 30 Comuni dell’area rossa”.
L’Efsa ha infatti drasticamente abbassato le soglie di assunzione tollerabile delle sostanze perfluoroalchiliche presenti negli alimenti: 80 volte in meno per i Pfos e addirittura 1700 per i Pfoa, rispetto al parere del 2008. Sulla bilancia ci sono due questioni ancora aperte: le concentrazioni degli inquinanti sugli alimenti coltivati con l’acqua contaminata, come ad esempio ortaggi, frutta e molto altro ancora, oltre che alla concentrazione permesse per gli stessi consumatori.
L’assessore alla sanità Manuela Lanzarin spiega che, per ora, con l’ordinanza n. 88 “resta solo il divieto di consumo sui pesci da cattura nelle acque di fiumi e torrenti della zona dei Pfas”; le questioni sollevate dal consigliere Andrea Zanon saranno invece prese in considerazione non appena ci saranno altri dati disponibili sui rischi sugli alimenti.
Endrius Salvalaggio