Politica regionale in subbuglio dopo la notizia che la Miteni ha chiesto al Tar di riconoscere quasi cento milioni di euro di danni, subiti e futuri, per compensare gli oneri da sostenere e le perdite di fatturato legati alla questione dei Pfas e alle verifiche e caratterizzazioni necessarie. «Quando un’azienda si insedia in un territorio dovrebbe avere prioritariamente rispetto e cura dei padroni di casa che sono i cittadini di quell’area – affermano i consiglieri regionali Cristina Guarda, Amp, e AndreaZanbon, Pd -. Se Miteni si ritiene danneggiata non si rifaccia sugli enti pubblici e dunque sui cittadini già danneggiati dall’inquinamento, ma su chi nel passato gestiva il sito produttivo e ha causato una contaminazione di cui Miteni dice di non saper nulla».
«Viviamo in un Paese davvero rovescio – sottolineano a loro volta i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle e Sonia Perenzoni, consigliere comunale M5S di Montecchio Maggiore che da anni segue la vicenda dei Pfas -: dopo aver fatto spendere a cittadini e istituzioni cifre spaventose per il filtraggio e la ricerca di nuove fonti per l’approvvigionamento idrico, ora la Miteni chiede anche i danni. Chiederemo che i nostri parlamentari portino immediatamente questa scandalosa situazione all’attenzione del presidente della repubblica Mattarella».
Il caso Miteni è citato anche nel rapporto “Giustizia per le persone e per il pianeta” di Greenpeace: “Per decenni, Miteni ha sversato nell’ambiente sostanze chimiche pericolose che oggi espongono 350 mila persone a rischi sanitari gravi. Tuttavia, non esiste un meccanismo normativo chiaro per definire la responsabilità di Icig, multinazionale con sede in Lussemburgo che dal 2009 controlla Miteni”.
Netta anche la posizione della Lega nord provinciale, che in una nota a firma del segretario Erik Umberto Pretto e del responsabile della consulta ambiente e territorio Marco Zecchinato «si schiera convintamente a fianco degli enti citati manifestando tutto il proprio appoggio nel proseguire con determinazione sulla strada intrapresa, ponendo la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia ambientale prima di ogni altra cosa». «I ricorsi al Tar sono tanti e spesso anche giustificati, ma il ricorso della Miteni ad oggi sembra del tutto fuori luogo – è la voce della senatrice del Carroccio Erika Stefani – Gli enti ai quali è stato chiesto questo minaccioso ed inquietante risarcimento di somme milionarie hanno agito per la tutela della salute, del territorio e dei nostri cittadini».
Ieri sera, infine, ironica e provocatoria azione di “mail bombing”, cioè la spedizione simultanea di decine di mail all’indirizzo della Miteni: “A seguito della vostra richiesta di 100 milioni di danni alla Regione Veneto vorrei inoltrare la mia candidatura spontanea per svolgere gratuitamente mansioni di demolizione del vostro stabilimento”.
Il Giornale di Vicenza 19 gennaio 2018