Dietrofront della Regione, rispetto alla delibera che richiedeva ai proprietari dei pozzi di provvedere a prelevare l’acqua da sottoporre ad analisi. Il cambio di linea è emerso ieri, a Lonigo, nel corso di un incontro tra l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan e i sindaci dei 21 Comuni della zona rossa. Al vertice, ospitato da Villa San Fermo, hanno partecipato Confagricoltura, Coldiretti e Cia , Arpav, rappresentanti della sanità regionale, i consorzi di bonifica operanti nei territori interessati.
I PRELIEVI. La campagna dei prelievi dai pozzi per accertare le concentrazioni di Pfas nelle acque destinate all’agricoltura e alla zootecnia, è stata lanciata dalla Regione il 1° marzo scorso. Secondo le direttive iniziali, gli stessi proprietari dei pozzi avrebbero dovuto provvedere ai prelievi, per poi portare l’acqua nei municipi dei rispettivi comuni di residenza. Alle amministrazioni spettava poi la consegna dei campioni ad Arpav per le analisi nei laboratori dell’agenzia. A poco più di un mese, emerge però il retromarcia di palazzo Balbi: non toccherà più ai privati occuparsi dei campionamenti, bensì ai tecnici dell’Arpav.
LA RETROMARCIA. In effetti, la procedura nascondeva un rischio: qualcuno avrebbe potuto portare acqua prelevata da altre fonti, magari per evitare la chiusura del proprio pozzo. «Noi sindaci, con le associazioni di categoria agricole, abbiamo fatto notare alla Regione che non ci sarebbe stata certezza riguardo a questi campionamenti – sottolinea il sindaco di Lonigo Luca Restello -. Per avere una rilevazione statistica valida è necessario che almeno i primi prelievi vengano eseguiti dagli enti preposti, anche per dare una risposta concreta ai cittadini». I sindaci non hanno perso tempo e si sono già attivati, collaborando con le istituzioni. «È importante selezionare quali pozzi sottoporre al campionamento, un’attività che richiede la conoscenza del territorio – prosegue Restello -. Così, questa operazione è stata delegata ai Comuni. In questi giorni contatteremo gli uffici dell’Arpav».
LO STATO. I primi cittadini rilanciano anche la richiesta di interventi, chiedendo l’aiuto dello Stato. «Sono necessari 200 milioni di euro solo per la parte agricola, soprattutto per potenziare il canale Leb e la rete irrigua superficiale, e altri 227 milioni per portare acqua pulita dall’Alto Vicentino, dal Padovano e dal Veronese nei territori interessati.
Il Giornale di Vicenza – 7 aprile 2017