Il Salvagente. Un recente studio ha concluso che l’esposizione in gravidanza a mix di sostanze chimiche ambientali che interferiscono con la regolazione degli ormoni (ovvero interferenti endocrini come PFAS e ftalati) aumenta il rischio di deficit dello sviluppo neurologico e ritardo nel linguaggio nei nascituri. Per questo motivo – suggeriscono le conclusioni della ricerca -andrebbero riviste le politiche di valutazione del rischio, finora basate sull’esame di singole sostanze chimiche e non di loro miscele.
Una conclusione non nuova ma che assume rilievo per due ragioni. Innanzitutto si tratta di uno studio – EDC-MixRisk – finanziato dall’Unione europea. Proprio come finanzia l’Efsa che due anni fa ha escluso qualsiasi rischio per la salute derivante dall’effetto cocktail di più pesticidi tra i quali ci sono numerose sostanze considerate interferenti endocrini come quelli su cui si è soffermato lo studio europeo. Dunque, al di là delle sostanze specifiche in entrambi i casi si è valutato l’effetto sull’organismo di alcune sostanze considerate in grado di interferire con il sistema ormonale. Peccato che le conclusioni siano state diverse.
Le conclusioni di EDC-MixRisk
Lo studio è stato condotto in tre fasi. Nella prima sono state seguite circa 2.000 donne dall’inizio della gravidanza fino all’età scolare dei bambini, identificando un mix di sostanze chimiche nel sangue e nelle urine delle gestanti che risulta associato a un ritardo nello sviluppo del linguaggio nei bambini all’età di 30 mesi.
Il mix comprende una serie di ftalati, bisfenolo A (Bpa) e composti perfluorurati (Pfas). Successivamente, studi sperimentali su modelli animali e mini cervelli umani riprodotti in provetta (organoidi) hanno permesso di identificare i bersagli molecolari attraverso i quali il mix di sostanze chimiche (anche a basse concentrazioni) altera la regolazione dei circuiti endocrini e dei geni coinvolti nell’autismo e nella disabilità intellettiva. Questi risultati sono stati poi utilizzati per sviluppare metodi di valutazione del rischio specifici per il mix di sostanze. Grazie a queste nuove soglie di rischio definite sperimentalmente, è emerso come fino al 54% delle gestanti fosse stato esposto a un aumentato rischio di ritardo del linguaggio nei nascituri.
La posizione rassicurante dell’Efsa
Nel 2020 l’Agenzia europea comunicava la conclusione di due studi pilota retrospettivi sui rischi per l’uomo connessi alla presenza di residui multipli di pesticidi negli alimenti ha suscitato notevoli perplessità e interrogativi. Le indagini hanno riguardato una gli effetti cronici sulla tiroide e l’altra gli effetti acuti sul sistema nervoso e hanno entrambe concluso che per nessuno dei due obiettivi indicati esisterebbero rischi per i consumatori derivanti dall’esposizione alimentare cumulativa a multiresiduo e che pertanto non sono necessari adeguamenti della normativa per tutte le fasce di popolazione interessate: bambini e adulti.