“Salgono a 32 complessivi i casi di positività nel Lazio di cui 5 riscontrati in data odierna dall’Istituto Zooprofilattico su carcasse di animali all’interno della zona perimetrata.
È stato approvato nella giunta regionale del Lazio di ieri, 14 giugno il “Piano per il contenimento dei cinghiali” attraverso procedure di abbattimenti selettivi. L’obiettivo è quello di raddoppiare complessivamente la consistenza numerica degli abbattimenti previsti nella stagione 2021/22 riducendo drasticamente la presenza dei cinghiali stimata in circa 75 mila esemplari in tutto il Lazio con aree a maggiore densità che sono riferibili alle aree di Roma, di Viterbo e Rieti. Il piano ha una validità triennale e ogni anno sarà predisposto un report di sintesi”. Lo dichiara l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Nel Lazio il numero stimato della popolazione dei cinghiali è di circa 75 mila, “un numero eccessivo e al di fuori di un corretto equilibrio” affferma D’Amato. A breve partiranno i primi abbattimenti dei cinghiali: saranno 400 in totale in un mese, 200 nelle aree naturali protette regionali e 200 fuori dalle aree protette regionali.
La Nota del ministero della Salute del 14/06/2022 avente come oggetto: “Aggiornamento situazione epidemiologica Peste Suina Africana in regione Lazio. Notifica focolaio in allevamento suinicolo.
Il Ministero della Salute ha aggiornato oggi sulla positività riscontrata in un allevamento semibrado nei campioni derivanti da due scrofe decedute l’8 giugno, “evento prontamente segnalato dal proprietario dell’azienda al Servizio veterinario della ASL RM 1 localmente competente che ha effettuato il sopralluogo ed il
relativo prelievo dei campioni. Si segnala che l’allevamento in questione era stato controllato nelle scorse settimane, poiché ricadeva nella zona infetta per il selvatico istituita a seguito del primo caso di PSA ed era stata programmata la macellazione dei capi presenti come previsto dalle disposizioni vigenti.
Ai sensi di queste ultime, in particolare del Regolamento delegato (UE) 2020/687, in caso di conferma di malattia di categoria A – tra cui la PSA – e diversamente dal rilevamento di casi nel selvatico, è prevista l’istituzione di una zona di sorveglianza e di una zona di protezione rispettivamente di 3 km e 10 km di raggio attorno all’azienda infetta. Oltre a ciò, è disposto l’abbattimento immediato dei capi presenti in azienda, già posto in essere dalle Autorità locali nella serata del 9 giugno, e l’attivazione di una serie di misure a carico dell’azienda, tra cui il blocco delle movimentazioni di animali e prodotti, lo svolgimento dell’indagine epidemiologica per capire l’origine dell’infezione, e l’attività di rintraccio delle movimentazioni dall’azienda nei giorni precedenti per valutare e scongiurare la diffusione dell’infezione.
Le attività di abbattimento sono previste anche nelle aziende commerciali ricadenti nelle predette zone di restrizione, e anche in questo caso è già stato effettuato il censimento delle aziende presenti e delle relative consistenze, e sono in corso di attivazione le procedure per gli abbattimenti e il successivo smaltimento delle carcasse con ditte convenzionate delle quali si sta stimando la capacità operativa.
Tenuto conto di quanto sopra, si raccomanda vivamente di elevare al massimo il livello di attenzione nell’attività di vigilanza con particolare riferimento alla PSA, e di porre in essere ogni misura utile nella diffusione delle corrette informazioni finalizzate alla prevenzione della PSA”.
Nuovi casi nell’Alessandrino e in Liguria, in zona rossa 146
La mappa della “zona di protezione II” indica i dati definitivi delle positività riscontrate dal 27 dicembre 2021 al 13 giugno 2022. I positivi sono in totale 147, uno in più rispetto all’aggiornamento precedente: 91 per positività in Piemonte, 56 per positività in Liguria. Gli umtimi due casi sono stati riscontrati in Liguria, nella provincia di Genova a Serra Riccò (primi da quando è iniziata l’emergenza).