“Basta con i tentennamenti e i ritardi dell’amministrazione regionale sulla peste suina”. Lo chiede la Cia che chiede anche l’intervento delal magistratura individuare i responsabili di quello che ritiene “un disegno criminoso per cancellare la suinicoltura sarda”.
Secono la Cia “non sono piu’ rinviabili decisioni coraggiose che sarebbe stato necessario prendere tempestivamente” per cui “occorre voltare drasticamente pagina rispetto all’approccio di questi ultimi decenni che ha portato al disastro il comparto suinicolo ed e’ costato una montagna di risorse pubbliche, spese inutilmente per risarcimenti e piani di contrasto dimostratisi fallimentari”.
L’associazione afferma che “la situazione non e’ piu’ tollerabile” e che “le incapacita’ delle istituzioni regionali sono colpevoli quanto gli untori” e chiede all’amministrazione di “dire con chiarezza cosa intende fare sulla presenza in Sardegna di un numero significativo di suini non censiti e quindi clandestini, irregolari e al di fuori di ogni controllo; sull’esigenza di avviare immediatamente una anagrafatura di tutto il patrimonio suinicolo sardo al fine di smantellare gli allevamenti clandestini ed irregolari; sull’inderogabile esigenza di porre sotto sequestro tutti gli animali non anagrafati e non riconducibili alla responsabilita’ di un proprietario”.
Per la Cia occorre “consentire il pascolo solo esclusivamente agli animali anagrafati e sotto controllo sanitario, smantellare la macellazione clandestina e consentire la macellazione familiare esclusivamente per i capi anagrafati e sotto controllo sanitario, inserire una premialita’ per le aziende virtuose che rispettano le regole di sanita’ animale e forti penalizzazioni per chi si colloca fuori dei controlli e delle regole arrivando al sequestro degli allevamenti, rendere obbligatoria in etichetta l’indicazione dell’origine delle materie prime per le carni commercializzate in Sardegna e per i salumi trattati nei salumifici sardi”.
Agi – 10 aprile 2012