Il Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida ha risposto ieri alla Camera dei Deputati a un’interrogazione Parlamentare “Iniziative volte a concedere i ristori per l’abbattimento dei suini colpiti da peste suina africana ai soli allevamenti che operano nel rispetto del principio del benessere animale – n. 3-00828“
La risposta del Ministro:
Ritengo opportuno precisare che le questioni proposte dall’onorevole interrogante attengono a una materia, quella del rispetto del benessere animale da parte degli allevatori che abbiano ricevuto dei ristori in conseguenza dell’abbattimento di maiali colpiti dalla peste suina africana, che non attiene alla competenza del Ministero direttamente, perché di specifica competenza veterinaria e, quindi, del Ministero della Salute.
Per quanto mi riguarda, condivido, però, totalmente la necessità che chi riceve ristori a carico del bilancio pubblico sia tenuto al puntuale rispetto della normativa che regola la materia e che debba operare nella piena legalità. Allo stesso tempo, però, ritengo che spetti all’autorità giudiziaria, naturalmente sollecitata dalle competenti autorità di vigilanza, verificare se siano stati commessi reati e considero tutti i cittadini innocenti fino alla condanna definitiva, come sancito dalla nostra Costituzione.
Non può essere compito di una trasmissione televisiva perseguire i presunti colpevoli di reati né tantomeno emettere condanne sommarie. Informare è corretto, invece. A mio parere, garantire il benessere animale rappresenta una sfida decisiva per la competitività delle aziende, che attuano specifici investimenti, che si confrontano con il mercato e con le richieste degli acquirenti intermedi e finali della filiera zootecnica, i quali, nel corso degli anni, hanno mostrato sempre maggiore attenzione alle condizioni di benessere degli animali dai quali i prodotti suinicoli derivano.
Riporto, ora, gli elementi di risposta che sono stati forniti ai miei uffici dalle autorità competenti. In merito a quanto segnalato dall’interrogante, risulta che le operazioni sono state eseguite da ditte specializzate sotto il controllo del personale dell’Agenzia di tutela della salute di Pavia, secondo le buone prassi del caso e in osservanza delle norme, sia in termini di biosicurezza sia nel rispetto del benessere animale. Per quanto di mia conoscenza, è da escludere che maltrattamenti sugli animali siano avvenuti in presenza di medici veterinari dell’Agenzia di tutela della salute. Segnalo che le violazioni delle misure di biosicurezza commesse dagli attivisti, entrati in forma non autorizzata in aree soggette a restrizioni, creano difficoltà alle operazioni di controllo e, al contempo, possono aumentare i rischi di contaminazione.
Peraltro, il riferimento a eventuali violazioni delle norme di biosicurezza relative a uno scorretto smaltimento di liquami potenzialmente contaminati non è supportato, a oggi, da nessuna evidenza. Al contrario, il pronto ed efficace intervento dell’autorità competente ha avuto l’effetto di bloccare rapidamente la diffusione dell’infezione, che appare eradicata nel comparto del suino domestico. Ciò ha contribuito a tutelare migliaia di animali.
La stessa Commissione europea ha riconosciuto l’ottimo operato svolto in situazione di emergenza, con una risposta tanto rapida quanto efficace, ed ha recentemente allentato le misure di restrizione commerciale nell’area del Pavese. Si sottolinea, infine, che i ristori alle aziende coinvolte verranno elargiti secondo la normativa vigente e che l’Agenzia per la tutela della salute sta già provvedendo a comminare le sanzioni del caso a fronte delle inadempienze riscontrate. Di tutte le inadempienze riscontrate è stata fatta denuncia all’autorità giudiziaria.