Il SIVeMP ha inviato una lettera ai Ministri della Sanità, Agricoltura e Interno, alle Commissioni parlamentari, alle Autorità regionali e alla Fnovi per segnalare la situazione in cui sono costretti a operare i veterinari pubblici e avanzare una serie di richieste e proposte emerse dall’esperienza di campo dei medici veterinari in prima fila nel contrasto alla PSA. I Veterinari di Medicina Pubblica chiedono al Governo e al Parlamento “sostegno e rinforzo dei Servizi Veterinari”.
“Il nostro Paese sta affrontando una epizoozia di Peste Suina Africana che potrebbe devastare, ove non fosse adeguatamente controllata ed eradicata, una filiera di straordinaria importanza per l’economia italiana e il prestigio agroalimentare delle nostre imprese. Nei focolai che sono stati recentemente diagnosticati, i servizi veterinari dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie locali e gli IIZZSS hanno messo in atto le misure stabilite dalle autorità competenti nel rispetto della normativa nazionale e internazionale in materia di malattie infettive animali contagiose. In alcuni territori, segnatamente nell’ATS di Pavia, i medici veterinari ufficiali impegnati nelle attività istituzionali di contenimento ed eradicazione della PSA, sono stati oggetto di aggressione mediatica, fisica e morale e impediti nello svolgimento dei propri compiti istituzionali da parte di attivisti animalisti il che è ingiustificabile e inaccettabile”. E’ quanto rileva il Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica (Sivemp) in una nota.
“L’impegno a cui i Medici Veterinari del SSN sono chiamati per contrastare l’insorgenza e la diffusione della malattia risponde a obblighi contrattuali e normativi nazionali e internazionali cui, peraltro, dovrebbero ottemperare anche gli Operatori del settore e i Medici Veterinari liberi professionisti, chiamati a una corresponsabilità e ai quali non è consentito esimersi da qualsivoglia obbligo di tipo deontologico. A tale impegno non dovrebbero opporsi nemmeno le associazioni animaliste che, anziché contrastare con la violenza e il sensazionalismo le azioni della Veterinaria Pubblica dovrebbero instaurare una collaborazione e un dialogo costruttivo con le istituzioni al fine di contrastare la diffusione di una malattia responsabile non solo di elevati tassi di mortalità ma anche di gravi sofferenze per gli animali che ne fossero colpiti. Nel rimarcare che un ostacolo alle procedure di sanità pubblica può determinare la diffusione della malattia e nel ribadire la richiesta di sostegno e rinforzo dei servizi veterinari e della mobilitazione preventiva delle forze dell’ordine a supporto dei servizi veterinari, segnaliamo una serie di specifiche richieste emerse dall’esperienza di campo dei medici veterinari in prima fila nel contrasto alla PSA”.
- Elaborazione di Linee Guida, condivise da SSN e organi di polizia, per operare in contesti che presentino rischi biologici, volte a fornire indicazioni operative e di comportamento da adottare in fase preliminare, in corso d’opera e dopo l’intervento. Linee Guida che contemperino anche protocolli di attivazioni rapida delle Forze dell’Ordine e/o utilizzo di servizi di sicurezza ad hoc affinché,in un’ottica dimitigazione del rischio, operino qualora la minaccia dovesse manifestarsi e che tenendo in primissima considerazione la tutela e la riservatezza mediatica degli operatori definiscano modalità, tempi e funzioni deputate alla comunicazione nell’ambito di una strategia di intervento;
- Istituzione di gruppi di lavoro regionali che possano, al bisogno, consentire l’impiego in situazioni straordinarie, di Medici Veterinari pubblici al di fuori del proprio ambito territoriale di competenza;
- Progettazione di una Organizzazione nazionale veterinaria sulla scorta di quanto realizzato per le emergenze non epidemiche (Protezione Civile);
- Organizzazione e promozione di una formazione specifica rivolta ai professionisti, agli operatori del settore zootecnico e ai Medici Veterinari, circa le responsabilità imprenditoriale e professionali e i doveri di diligenza e prudenza, nonché riguardo gli altri obblighi deontologici tipici della professione veterinaria;
- Prevedere l’immediata azione legale da parte delle ASL o della Regione nei confronti di quanti, con i loro comportamenti, non rispettino o impediscano, direttamente e/o indirettamente, ad altri l’osservanza di norme sanitarie;
- Segnalazione agli Ordini Professionali di quei Medici Veterinari che in spregio delle evidenze scientifiche e delle norme sanitarie ledano, direttamente o indirettamente, la reputazione e la integrità psico-fisica dei Medici Veterinari, pubblici o privati, che adempiano alle disposizioni normative.
“La Medicina Veterinaria Pubblica, nonostante la cronica carenza degli organici, le difficoltà operative sul territorio e la difficoltà di coordinamento degli attori in campo – conclude la Sivemp – sta operando secondo il dettato normativo e sta agendo con spirito di sacrificio e dedizione, ma non può, non deve e non vuole essere lasciata sola”.