Dopo la conferma delle positività per peste suina agricana in cinghiali in Campania, due focolai in allevamenti di suini in Calabria, nuovi casi a Roma e l’avanzamento del fronte epidemico a Nord, al confine con la Lombardia, il Ministero della Salute raccomanda nuovamente di elevare al massimo il livello di attenzione e le attività di sorveglianza passiva su tutto il territorio nazionale, incrementare le verifiche in tema di biosicurezza, specialmente nel settore degli allevamenti semibradi, e valutare misure di mitigazione del rischio di introduzione e diffusione della malattia.
Con una nota del 25 maggio il Direttore generale Sanità animale e farmaci veterinari, Pierdavide Lecchini, conferma che nel territorio della provincia di Salerno, in comune di Sanza, nei pressi del confine con la Basilicata, sono state rinvenute alcune carcasse di cinghiale risultate positive al virus della Peste Suina Africana (PSA) al test di conferma effettuato dal Centro di Referenza nazionale per le pesti suine dell’IZSUM in data 22 maggio. Sono inoltre in corso gli esami di laboratorio su ulteriori carcasse di cinghiale rinvenute nelle immediate vicinanze dei primi ritrovamenti. Già il 21 maggio le autorità regionali della Campania avevano comunicato il sospetto di positività in esito agli esami condotti in prima istanza presso l’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno.
Le Autorità regionali, al fine di pianificare le azioni di contrasto alla diffusione della malattia hanno immediatamente attivato l’Unità di Crisi Regionale, tenutasi ieri, 22 maggio, alla quale hanno partecipato anche rappresentanti della DGSAF, il Cerep e il Commissario straordinario alla PSA, nonché il settore regionale dell’Agricoltura per il coordinamento ed il supporto con le associazioni venatorie. Dal punto di vista operativo a livello locale, verrà attivata la ricerca attiva delle carcasse finalizzata alla verifica dell’effettiva diffusione dell’infezione, e si effettueranno i controlli degli allevamenti suini ricadenti nella zona infetta, oltre all’attivazione di tutte le misure necessarie al controllo dell’infezione.
Proseguendo con l’aggiornamento della situazione nazionale in materia di PSA si informa che per quanto riguarda la regione Calabria, sono stati confermati due focolai in due piccoli allevamenti commerciali nel comune di Africo (RC), nei quali sono state avviate le procedure di depopolamento e tutte le altre misure previste dalle norme vigenti, ivi inclusa l’istituzione delle zone di restrizione.
Analogamente, prosegue l’attivazione di tutte le misure previste per la gestione dei casi nel selvatico, dalla definizione della zona infetta, l’attività di ricerca attiva delle carcasse, i controlli di tipo anagrafico, etc. Al momento sono presenti in regione Calabria, per affiancare le Autorità locali, rappresentanti della DGSAF, del Cerep, dell’IZS Mezzogiorno.
Per quanto riguarda la regione Lazio, a partire dal 10 maggio scorso sono risultate positive alla PSA 6 carcasse di cinghiale rinvenute nel parco dell’Insugherata, già sottoposto a restrizione in virtù dei casi dei mesi scorsi. Le carcasse sono state ritrovate a distanza di oltre 8 mesi dalle ultime positività.
Sono in corso ulteriori ricerche nella zona ed è stata avviata l’indagine epidemiologica per chiarire la possibile fonte di infezione, oltre ad approfondimenti di laboratorio sulle caratteristiche del virus, per verificare il collegamento con l’ondata epidemica primaria della zona.
Relativamente alla situazione epidemiologica nelle regioni Piemonte e Liguria si evidenzia l’avanzamento del fronte epidemico, che ha coinvolto altri territori nei quali sinora non era stata evidenziata circolazione virale. In particolare si sottolinea un caso a pochi chilometri del confine lombardo. Come già avvenuto nei mesi scorsi, si è provveduto a rivedere le zone in restrizione proponendo modifiche al Regolamento 594/2023 per riflettere l’andamento della malattia.
Il Ministero della Salute raccomanda nuovamente di elevare al massimo il livello di attenzione e le attività di sorveglianza passiva su tutto il territorio nazionale, incrementare le verifiche in tema di biosicurezza, specialmente nel settore degli allevamenti semibradi, e valutare misure di mitigazione del rischio di introduzione e diffusione della malattia.