A distanza di un anno dalle prime positività la redazione di Vesa Marche ha pubblicato un interessante approfondimento che ripercorre la diffusione della Peste suina africana nell’Italia continentale (Piemonte, Liguria e Lazio), le misure adottate per contrastarla con un aggiornamento sulla situazione epidemiologica.
Diffusione della malattia in Italia. Era il 7 gennaio 2022 quando il Centro di Referenza Nazionale per le pesti suine (CEREP presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria e Marche, IZSUM) ha confermato la presenza del virus di Peste Suina Africana (PSA) in una carcassa di cinghiale rinvenuta nel Comune di Ovada, in provincia di Alessandria. Successivamente sono stati confermati altri casi in diversi comuni delle Regioni Piemonte e Liguria.
Il 5 maggio 2022 anche la Regione Lazio è stata interessata dal primo caso di PSA in un cinghiale trovato nella riserva naturale dell’Insugherata nel comune di Roma mentre un altro focolaio è stato registrato a Borgo Velino, in provincia di Rieti. Il 9 giugno 2022 la malattia è stata confermata per la prima volta anche in un allevamento semibrado di suini nel territorio già infetto di Roma Capitale, a pochi chilometri di distanza dalla zona del primo caso nel selvatico. La Regione Abruzzo, pur non avendo avuto alcun caso positivo ma per il fatto di essere a confine con la Regione Lazio è stata anche oggetto di misure restrittive, revocate poi dall’Unione Europea che ha escluso l’area delle province di Rieti e L’Aquila da tali restrizioni riqualificando l’Abruzzo come zona indenne da PSA.
Va ricordato che la PSA è presente in Sardegna dal 1978 ma con genotipo virale diverso da quello circolante in Europa e attualmente nell’Italia continentale. La situazione epidemiologica sull’isola però è nettamente migliorata grazie all’efficace Piano di Eradicazione Straordinario avviato nel 2015. A partire dal 16 dicembre 2022, il commercio di suini e prodotti suinicoli è stato autorizzato in alcune aree della Sardegna senza restrizioni sanitarie ma sotto il controllo delle autorità competenti mentre altre aree sono state assoggettate a restrizioni minori rispetto alle precedenti, solo una zona localizzata rimane ancora vincolata a condizioni più severe.
Attività intraprese a livello Unionale
La PSA ai sensi del Regolamento UE 2016/429, integrato dal Regolamento di esecuzione UE 2018/1882, è categorizzata come malattia di categoria A, pertanto non si manifesta normalmente nell’Unione e appena individuata richiede l’adozione immediata di misure di eradicazione. Ciò in virtù del fatto che può avere gravi ripercussioni sulla salute della popolazione animale interessata e sulla redditività del settore suinicolo.
A seguito della conferma diagnostica della PSA, il Ministero della Salute ha notificato il focolaio di PSA alla Commissione Europea la quale in data 10/01/22 e poi il 14/01/22 ha emanato due decisioni di esecuzione relative ad alcune misure di emergenza. In particolare è stata istituita la zona infetta con le relative misure restrittive e vietata la movimentazione di suini e loro prodotti verso altri Stati Membri e i Paesi Terzi.
Dal 7 all’11 febbraio 2022 si è svolta in Italia la missione del team Eu Veterinary Experts (EuVET). Il team della Commissione Europea comprende esperti di veterinaria, di virologia, della fauna selvatica ed interviene a supporto delle Autorità Competenti degli Stati Membri a seguito della richiesta di assistenza durante un’emergenza sanitaria. Nella riunione conclusiva della missione, il team ha presentato alcune indicazioni finalizzate a definire una strategia di intervento elencando le azioni da intraprendere e gli interventi da attuare secondo un ordine di priorità. Tutto ciò è stato poi condiviso dall’Unità Centrale di Crisi e confermato dal Gruppo di esperti italiani.
Attività intraprese a livello Nazionale
Dopo la prima conferma della positività, si è riunita l’Unità Centrale di Crisi e sono state immediatamente informate le competenti autorità comunitarie e internazionali. Inoltre, trattandosi di un focolaio nel selvatico è stata convocata una riunione di emergenza del Gruppo operativo degli esperti allo scopo di delimitare l’area infetta e definire le misure straordinarie da attuare per limitare la diffusione della malattia. Il Ministero della Salute ha comunicato ai servizi veterinari di rafforzare la sorveglianza nel selvatico e di innalzare al livello massimo di allerta la vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico, con particolare riguardo a tutte le operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone.
Le prime ripercussioni si sono registrate sulla commercializzazione di carni suine e loro derivati, infatti adottando il principio di massima precauzione, il Ministero della Salute già in data 07/01/22 ha chiesto ai servizi veterinari di sospendere temporaneamente le certificazioni sanitarie per l’export verso tutti i paesi che richiedevano l’indennità nazionale per PSA. Poi è stato possibile esportare solo nei paesi che hanno riconosciuto la regionalizzazione (Regione/provincia/zona/area/territorio indenne in cui non sono state adottate misure di restrizione) come negli Stati Uniti d’America e nel Canada. Invece non hanno riconosciuto tale condizione la Repubblica Popolare Cinese, il Giappone, Taiwan, Cuba; mentre Serbia e Brasile hanno accettato carni suine e derivati solo previo trattamento termico.
Con Decreto Legge n. 9 del 17 febbraio 2022, convertito con Legge n. 29 del 7 aprile 2022, recante “misure urgenti per arrestare la diffusione della peste suina africana” il governo ha ritenuto necessario e urgente adottare su tutto il territorio nazionale delle disposizioni finalizzate all’eradicazione della PSA nei cinghiali e alla prevenzione della sua diffusione nei suini da allevamento anche mediante l’adozione di un piano di gestione dei cinghiali da parte delle regioni. Tale piano include la ricognizione della consistenza numerica dei cinghiali all’interno del territorio di competenza suddivisa per provincia, le modalità di attuazione dei metodi ecologici, l’indicazione delle aree di intervento, le modalità, i tempi e gli obiettivi annuali del prelievo esclusivamente connesso al contenimento della PSA. Inoltre lo stesso decreto prevedeva la nomina di un commissario straordinario con compiti di coordinamento e monitoraggio delle azioni e delle misure poste in essere per prevenire, contenere ed eradicare la PSA. Pertanto, relativamente alla organizzazione gestionale dell’emergenza, con DPCM del 25 febbraio 2022, è stato nominato quale commissario straordinario il dott. Angelo Ferrari che tra le varie attività ha emanato 4 Ordinanze di cui l’ultima ha abrogato e sostituito le tre precedenti (Ordinanza n. 4/2022 Commissario straordinario alla Peste Suina Africana).
Con il problema PSA, tutti i suini sono stati soggetti a misure di controllo, compreso quelli detenuti per scopi diversi dagli usi zootecnici e dalla produzione di alimenti, per cui si è reso necessario adeguare la normativa nazionale sul tema degli animali da compagnia poiché il suino non era considerato tale non essendo compreso nell’elenco dell’allegato I del Regolamento UE 2016/429. Pertanto con dispositivo dirigenziale del Ministero della Salute n.12438 del 18/05/2022 i suini non destinati alla produzione di alimenti (non DPA) devono essere identificati con trasponder e registrati in banca dati; non possono essere detenuti più di due capi; se entrambi di sesso diverso deve essere impedita la riproduzione anche mediante sterilizzazione; non devono avere contatti con altri suidi; non possono essere movimentati né destinati al consumo umano.
Per quanto riguarda la valutazione dei requisiti minimi di biosicurezza sugli stabilimenti che detengono suini, inizialmente sono stati controllati quelli elencati nell’allegato 3 del Piano di Sorveglianza Nazionale della PSA relativo all’anno 2021 e successivamente appositamente normati con Decreto Ministero della Salute 28 giugno 2022. Sono state aggiornate anche le check list in base alla capacità strutturale dello stabilimento (se maggiore o minore di 300 capi) e alla tipologia di allevamento (se semibrado o stabulato).
Dal 23 settembre 2022 è attivo il Bollettino Epidemiologico Nazionale, pubblicato all’interno della sezione pubblica del portale VETINFO dove è possibile consultare tutte le informazioni aggiornate sulla situazione epidemiologica nazionale, l’estensione delle zone di restrizione e i comuni qui ricadenti nonché le varie attività di sorveglianza.
In relazione alla situazione epidemiologica dell’Italia continentale, alla data del 28 dicembre 2022 nelle regioni Piemonte, Liguria e Lazio si contano 265 casi di malattia nel selvatico e 1 focolaio nel domestico con interessamento di 2 capi. Nello specifico: in Piemonte 139 casi nel selvatico, in Liguria 78 casi nel selvatico, nel Lazio 48 casi nel selvatico e 2 nel domestico. Per quanto riguarda la regione Lazio le positività si sono registrate tra maggio e settembre e l’ultimo caso nel cinghiale risale al 17 settembre. Invece, in Piemonte e Liguria continuano a manifestarsi altri casi come rappresentato nei grafici (fonte IZSUM).
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