Prosegue senza sosta l’attività dell’Unità di progetto per l’eradicazione della Peste suina africana. A Urzulei, nel corso delle consuete operazioni di ricerca e depopolamento di suini allevati allo stato brado illegalmente, le squadre del Corpo forestale regionale, di Forestas, Assl e Istituto zooprofilattico della Sardegna, in collaborazione con gli agenti della Questura di Nuoro, sono stati catturati e abbattuti 60 maiali non registrati all’anagrafe zootecnica e per i quali non è stato possibile risalire al proprietario.
Gli animali, spiega la Regione Sardegna, “erano privi di tracciabilità e di controlli sanitari, ed erano destinati probabilmente al mercato nero, e avrebbero potuto costituire un rischio alto per la sicurezza alimentare dei consumatori”. Inoltre si tratta di suini che vivevano in “contesti marginali in condizioni critiche, denutriti e sofferenti anche per la scarsa presenza di acqua senza alcun rispetto per il benessere animale, alcuni sottoposti a interventi cruenti come la castrazione e con probabile utilizzo incontrollato di farmaci”.
“Siamo stati capaci di modernizzare la campagna di eradicazione – prosegue Solinas – apportando tutti quei correttivi che si sono resi necessari per arrivare a definire un percorso certo verso la fine dell’embargo alle carni suine, un risultato mai raggiunto in precedenza. La Sardegna è diventata un esempio virtuoso per altre regioni che oggi devono fare i conti con la diffusione del virus”.
(Unioneonline/EC)