Individuata la causa del decesso in vari punti del lago di Garda di un centinaio di esemplari tra i quali anche i gabbiani. La tossina ingerita dai pennuti per colpa di carcasse di animali rimasti in acqua; presto un piano di prevenzione con l´Asl 22
Botulismo, ovvero intossicazione originata dal batterio Clostridium botulini: è questa la causa della morìa di anatidi – circa un centinaio tra anatre, cigni reali, gabbiano comune e reale – verificatisi quest´estate sul lago di Garda. Un fenomeno accaduto anche negli anni scorsi, ma mai di queste proporzioni.
L´individuazione della causa conferma pure l´assenza di pericolo di contagio, non solo per le persone ma anche tra gli stessi animali: la malattia, infatti, insorge esclusivamente a seguito dell´ingestione di cibo contenente la tossina, ovvero di carni di animali morti che rimangono in acqua o per troppo tempo o in condizioni tali da facilitare la produzione della tossina (temperatura elevata, nessun ricambio d´acqua, dunque di ossigeno, ecc.). Ed è proprio su questo aspetto, la rimozione delle carcasse, che lavorerà il servizio Veterinario dell´Asl 22, impegnato a preparare, entro fine anno, un piano di intervento.
Questo è quanto emerso ieri mattina a Peschiera, durante un incontro voluto dal vice presidente e assessore all´Ecologia della Provincia Fabio Venturi per affrontare il fenomeno segnalato questa estate sia dall´Asl che dall´associazione «Verdeblu», che per la Provincia svolge attività di recupero e cura della fauna selvatica sul territorio veronese. All´incontro c´erano i rappresentanti delle amministrazioni gardesane: tra gli altri Umberto Chincarini e Giovanni Chincarini, sindaco e consigliere del Comune di Peschiera; Lauro Sabaini, vice sindaco di Bardolino; Fabio Marinoni, assessore all´Ecologia di Lazise; Alessandro Salvelli, responsabile del Settore veterinario dell´Asl 22, il biologo Ivano Confortini responsabile del servizio Tutela faunistica e ambientale della Provincia; ma anche i presidenti di alcune associazioni venatorie e Paolo Arena, presidente provinciale di Confcommercio che aveva ricevuto alcune segnalazioni da parte di associati evidentemente preoccupati delle potenziali ricadute negative sul turismo.
«Oggi abbiamo gettato le basi per un intervento comune e coordinato per affrontare preventivamente il problema», ha detto il consigliere Giovanni Chincarini. «Le temperature eccezionali avute questa estate e per un periodo così lungo, il livello dell´acqua che si è molto abbassato nel giro di poche settimane, ha purtroppo favorito l´insorgenza del problema. Non c´è alcun motivo di allarmarsi ma, con il coordinamento della Provincia, da parte di istituzioni ed associazioni non c´è alcuna intenzione di sottovalutare il problema, ma la volontà di intervenire e far sì che non si ripresenti: l´unica possibile intervento è quella di rimuovere nel più breve tempo possibile le carcasse di anatidi o pesci morti. Ma questo può essere fatto al meglio seguendo le indicazioni del settore veterinario dell´Asl: un protocollo d´intervento, con le varie competenze, ci verrà sottoposto in un nuovo incontro che si terrà prima della fine dell´anno».
Per l´estate prossima dunque Comuni, Provincia e organismi tecnici di riferimento, sapranno come e quando intervenire per evitare che animali morti restino in acqua o vicino alle rive col pericolo che veicolini il botulismo.
Ma non è tutto. «Prepareremo dei cartelli per invitare la gente a non gettare cibo a questi animali: spesso i turisti gettano pane ai pennuti, ma è deleterio per la salute di anatre e cigni, può causare loro problemi di salute ed esporli a maggiori rischi di malattia».
L’Arena – 8 settembre 2012