Che non sarebbe piaciuta a tutti, la «Bau beach» di Peschiera – primo lido attrezzato accessibile anche ai cani realizzato sulle rive del Garda – era chiaro già dal giorno dell’inaugurazione della struttura. Due veronesi proprietarie di seconda casa si fanno portavoce del malumore di chi sta a ridosso dell’area realizzata l’anno scorso. La protesta di chi ha casa a ridosso della spiaggia dedicata ai quattrozampe: «Abbaiano, disturbano e sporcano. Andava fatta in un posto non abitato»
In quell’occasione, il 21 maggio 2011, ad assistere al taglio del nastro dell’allora ministro Michela Vittoria Brambilla c’erano anche i rappresentanti del Comitato che aveva sin da subito protestato non nei confronti dei cani ma proprio della spiaggia: dalla scelta di collocarla in un punto della passeggiata a lago dove ci sono abitazioni, residence e strutture turistiche; a quella della recinzione e dell’arredo; il tutto con il timore che quell’area avrebbe finito con il diventare un lido privato per proprietari di cani e poco più, a discapito dell’essere spiaggia demaniale e quindi accessibile a tutti. Dopo due anni di attività c’è ancora qualcuno che da voce a questi timori e proteste. È Alice Armani, che risiede in un altro Comune del Veronese ma ha la seconda casa proprio di fronte alla Bau beach. In questi mesi la signora si è più volte rivolta ad enti e autorità competenti, dal Comune all’Ulss, dice elencando le problematiche che rimangono da risolvere. «Con la Bau Beach la vita da cani qui la facciamo noi. Questa spiaggia», speiga, «non doveva essere fatta qui, così vicino alle case. Sarebbe bastato farla più avanti, più vicino alle Fornaci dove si trovano zone a lago completamente libere e senza niente attorno. Abbiamo cercato di farlo capire ma nessuno ci ha voluto ascoltare. Così ora facciamo i conti con le conseguenze: la prima e più fastidiosa è senz’altro quella degli abbai di questi animali. Premetto che ne ho avuto anch’io di cani e dunque so cosa vuol dire gestirli. Qui succede spesso», prosegue Alice, «che i proprietari li lasciano abbaiare senza intervenire anche nelle ore solitamente dedicate al riposo. Lo scorso anno, io e mio marito siamo andati più volte a chiedere di fare silenzio ma c’è stato chi mi ha risposto “se il mio cane disturba chiuda le finestre”. Capisco che i cani non sono responsabili della maleducazione dei padroni ma proprio per questo, per evitare ogni problema, questa spiaggia doveva essere fatta da un’altra parte, lontano dalle case». Della stessa opinione è Elisa Rostello che abita nella stessa zona. «Questo è un posto abitato; la presenza dei cani comporta tanti problemi, in primis quello della sporcizia, perché se è vero che non fanno niente in spiaggia alcuni sporcano nelle vie qui intorno e non tutti i proprietari si fermano a raccogliere. Questo problema c’era anche prima della spiaggia ma adesso è più frequente, soprattutto nel fine settimana quando le nostre strade si riempiono delle auto di chi scende alla Bau beach. E poi per andare in questa spiaggia ci sono dei gradini impraticabili per una mamma con carrozzina o un portatore di handicap: hanno speso tanti soldi, perché non pensare di rendere agevole l’accesso anche agli utenti non cane-dotati?». Altro problema è rappresentato dal pagamento per l’utilizzo di sdraio e ombrellone della spiaggia. Spiegano Alice e Elisa: «La Bau beach è libera e può entrarvi anche chi non vuole prendere le attrezzature ma non tutti lo sanno e così succede che molti, una volta arrivati qui, non vogliono spendere e preferiscono mettersi con il loro cane nella spiaggia a fianco di quella recintata. Con il risultato che i cani sono un po’ ovunque, dentro e fuori la Bau beach, e magari lì sporcano senza che nessuno pulisca». Per chiudere, la domanda provocatoria: «Possibile che non si sia pensato allo stesso modo a fare una spiaggia per i bambini?».
L’Arena – 30 agosto 2012
Giuditta Bolognesi