L’allarme della Federazione: “Le carenze negli organici e le lunghe liste di attesa aumentano il rischio di non garantire un servizio sanitario all’altezza e richiedono soluzioni immediate”. Dal 2018 al 2025 saranno andati in pensione oltre 54mila medici. Solo nel 2021 in 5mila operatori sanitari hanno lasciato il Servizio sanitario nazionale. Al via oggi al Palazzo dei Congressi di Roma, fino a venerdì, la Convention “Fiaso25”.
Eliminare il tetto di spesa per il personale, assumere 30 mila medici e infermieri, assegnare una maggiorazione nelle retribuzioni ai professionisti che contribuiscono ad abbattere le liste d’attesa e introdurre una flat tax al 15% per le prestazioni extra e i turni aggiuntivi del personale sanitario. Sono le proposte lanciate al Governo dal presidente della Fiaso Giovanni Migliore durante l’apertura della Convention “Cambiamo rotta per il futuro della sanità pubblica” a Roma.
L’inserimento di un tetto di spesa ai costi del personale, impossibile da sforare, risale al 2004, due decenni in cui le aziende sanitarie si sono confrontate con l’impossibilità di assumere nuovi professionisti. Il numero di dipendenti si è, al contrario, ridotto. Solo nel 2021 in 5mila operatori sanitari hanno lasciato il Servizio Sanitario Nazionale e in sette anni, dal 2018 al 2025, Fiaso ha calcolato che saranno andati in pensione oltre 54mila medici. Uscite che per la Federazione diventa impossibile compensare, non solo per la mancanza sul mercato del lavoro di personale sanitario di diversi profili e specializzazioni ma anche per lo scarso appeal del sistema pubblico relativo alla valorizzazione degli operatori sanitari: in particolare il trattamento economico e le possibilità di progressione di carriera. Non a caso, al termine della pandemia, si è registrata una fuga di medici e infermieri verso il privato.
Ai numeri di personale ridotti all’osso si aggiunge poi il dato sull’età media dei dipendenti in servizio: nel 2020 il 56% del personale medico italiano aveva più di 55 anni di età, valore questo più alto tra tutti i paesi dell’Unione europea. Un dato, quello dell’età media, che diventa ancora più problematico in rapporto alle limitazioni che, secondo una recente ricerca Fiaso presentata nel corso della convention, rappresentano l’11% del totale degli operatori sanitari.
In uno scenario che, al contrario, ha visto crescere i bisogni sanitari con l’invecchiamento progressivo della popolazione. Gli over 65 sono più di 14 milioni e rappresentano il 24% dell’intera popolazione. Praticamente uno su quattro. Esattamente 20 anni fa, invece, i cittadini con età superiore a 65 anni erano 10 milioni, pari al 18% del totale. Una crescita esponenziale di 4 milioni, che corrispondono 6 punti percentuali. Esattamente 20 anni fa, infatti, i cittadini con età superiore a 65 anni erano 10 milioni, pari al 18% del totale.
“Le carenze negli organici e le lunghe liste di attesa aumentano il rischio di non garantire un servizio sanitario all’altezza e richiedono soluzioni immediate. Occorre procedere a 30 mila assunzioni tra medici e infermieri per garantire il futuro ed abolire il tetto di spesa per l’assunzione del personale lasciando alle aziende la possibilità di investire nelle risorse umane nei settori più critici e di contrattare con i singoli professionisti una quota di retribuzione variabile che aumenti in modo significativo la retribuzione. L’idea potrebbe essere quella di rendere possibile un’attività libero professionale di medici e infermieri fuori dall’orario di servizio con prestazioni acquistate dal SSN nell’interesse dei cittadini per consentirci di sfruttare appieno le strutture e le macchine delle nostre aziende. Perché acquistare all’esterno delle aziende prestazioni che possono essere rese dai nostri professionisti, ridando a ciascuno la possibilità di investire sulla propria professione?” ha dichiarato Giovanni Migliore, Presidente Fiaso, in apertura di Fiaso25.
“Serve inoltre un piano straordinario di recupero delle liste di attesa che possa allo stesso tempo valorizzare i professionisti all’interno del sistema sanitario nazionale. Ecco perchè, in un patto di solidarietà tra professionisti e aziende, si potrebbero smaltire visite ed esami fuori dall’orario di servizio e con una retribuzione extra. Una incentivazione fuori busta paga per incarichi extra. Su tutti i turni aggiuntivi e le prestazioni extra destinate a ridurre le liste d’attesa dovrebbe essere ridotta la tassazione attraverso l’introduzione di una flat tax al 15%” ha concluso Migliore.
08 novembre 2023