Arriva a una soluzione di compromesso il problema legato al congelamento degli organici dirigenziali disponibili al 15 ottobre previsto dall’ultima manovra (comma 219 della legge 208/2015). In Conferenza Unificata, dopo una lunga trattativa con i sindaci che puntavano a un’esclusione tout court dalla norma, sulla base del riferimento ai «dirigenti di prima e seconda fascia» che negli enti locali non esistono. L’ipotesi, contestata anche dalla Corte dei conti (parere 73/2016 della Puglia), non è passata, ma in Conferenza ci si è accordati sulla possibilità di i posti «specificamente previsti dalla legge o connessi allo svolgimento di funzioni fondamentali».
Non solo: in Conferenza si è deciso anche di considerate gli «atti di programmazione» tra le ipotesi di «avvio del procedimento» prima del 15 ottobre, che permettono di procedere con il conferimento degli incarichi, e si è aperta una terza possibilità, che permette di coprire le posizioni dirigenziali libere nelle strutture interessate da processi di ricognizione degli organici che riducono i posti entro il 31 dicembre.
Deve ancora chiarirsi, invece, il quadro sulle assunzioni bloccate dall’obbligo di ricollocazione degli esuberi provinciali. Per oggi è previsto l’avvio del sistema che permette a chi ha aderito alla mobilità di esercitare l’opzione sul nuovo ente di destinazione. Il passaggio, annunciato nei giorni scorsi dalla ministra per la Pa e la semplificazione Marianna Madia, rappresenta una nuova tappa del meccanismo di ricollocazione del personale disegnato dal decreto del 14 settembre scorso, ed è atteso da tutta la Pubblica amministrazione locale: gli enti di area vasta, certo, aspettano di arrivare alla nuova collocazione strutturale delle loro risorse umane nel tentativo di rimettere ordine a bilanci sempre più zoppicanti, ma in fila ci sono anche tutti i Comuni che hanno le assunzioni bloccate fino al completamento della nuova geografia del personale provinciale.
Rispetto al calendario ufficiale, molto ottimista, previsto con il decreto dell’autunno scorso, l’apertura delle opzioni per il personale in soprannumero che ha presentato la domanda di mobilità arriva con tre mesi di ritardo, complici le inevitabili difficoltà di un processo così complesso. Proprio per il fatto che la corsia preferenziale per i ricollocamenti blocca le altre strade per il reclutamento dei Comuni, però, il dato non è privo di conseguenze. In base al decreto, i 1.644 dipendenti di Province e Città interessati dagli spostamenti avranno tempo fino a metà maggio per esercitare l’opzione, dopo di che toccherà alla Funzione pubblica assegnare, entro un altro mese, il personale alla nuova collocazione: a questo punto, ci sarà un altro mese di tempo per la presa di servizio.
Se tutto funziona come previsto, quindi, questi movimenti del personale si concluderanno nella seconda metà di luglio, rimandando nei fatti a settembre la possibilità per i Comuni di utilizzare gli spazi di turn over ammessi dalla manovra: per il momento, come ribadito anche dalla Corte dei conti (parere 63/2016 della sezione Molise), gli enti locali possono utilizzare i «resti» del turn over ereditati dagli anni precedenti. Per questa ragione, le amministrazioni locali premono per liberare subito le assunzioni nelle regioni dove il problema delle ricollocazioni è superato, come previsto dalle norme: al momento il via libera è arrivato solo per la Polizia locale in sei regioni (Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Piemonte e Veneto), ma le amministrazioni premono per uno sblocco più generalizzato.
Gianni Trovati – Il Sole 24 Ore – 18 aprile 2016