Il Sole 24 Ore, Marzio Bartoloni. C’è un “tesoretto” a disposizione delle Regioni che vale fino a 700 milioni per il recupero delle liste d’attesa. Che sono la prima vera grande emergenza in Sanità dopo il Covid: il recupero cioè delle milioni di prestazioni – tra screening, visite e ricoveri – saltati soprattutto durante le prime ondate della pandemia. Prestazioni che potranno essere recuperate ora pagando medici e infermieri per fare gli straordinari oppure bussando al privato convenzionato che in più occasioni ha messo a disposizione le sue strutture.
Le preziose risorse si trovano tra le pieghe di una norma appena approvata al Senato tra gli emendamenti al decreto milleproroghe che ora attende il via libera della Camera. La misura voluta dal ministro della Salute Orazio Schillaci innanzitutto punta a recuperare le risorse colpevolmente ancora non spese dalle Regioni stanziate con la manovra di oltre un anno fa: si tratta di una dote di 500 milioni, di cui non sono stati ancora spesi ben 340 milioni secondo gli ultimi monitoraggi. A questi si aggiungono altri 350 milioni a cui possono attingere le Regioni e che rappresentano lo 0,3% del finanziamento indistinto del fabbisogno sanitario da destinare appunto – così dice la norma – al recupero delle liste d’attesa. «L’emendamento approvato – spiega Schillaci al Sole 24 Ore – consente alle Regioni di poter continuare a utilizzare i fondi resi disponibili con la legge di bilancio 2022 e inoltre si dà la facoltà di avvalersi anche di una quota del fondo sanitario nazionale. Il tema delle liste d’attesa – continua il ministro – è una priorità e con questa norma rafforziamo gli strumenti a disposizione delle Regioni per poter accelerare l’attuazione dei piani operativi per il recupero delle prestazioni. È importante che tutti ci adoperiamo per dare un segnale di ripresa rapido e concreto ai cittadini».
Ieri il ministro della Salute è tornato anche sull’altra emergenza: quella della carenza del personale sanitario e lo ha fatto in occasione della celebrazione della Giornata nazionale degli operatori sanitari, nata proprio per ricordare il sacrificio dei camici bianchi nei tre anni di pandemia: «Ho assunto l’impegno, in questo mandato, di procedere a una rivalutazione del trattamento economico di chi ogni giorno è impegnato nel servizio sanitario pubblico. Un primo segnale è stato dato con l’inserimento, in legge di Bilancio 2023, della norma che incrementa l’indennità al personale operante presso i servizi di pronto soccorso». E proprio sui pronto soccorso partirà a breve un tavolo per affrontare il nodo sicurezza per le troppe aggressioni al personale.