Il Sole 24 Ore. Non solo caro bollette. C’è un arretrato forse molto più ampio che pesa sui bilanci degli ospedali e dunque sui conti delle Regioni. È quello delle spese sostenute per il Covid per pagare appunto i costi in più per personale, campagne vaccinali, tamponi e reagenti. Si tratta di una montagna che vale oltre 4 miliardi come ha ricordato anche il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini nei giorni scorsi in linea con una lettera inviata al Governo a maggio scorso dagli assessori alla Salute guidati da Raffaele Donini (sempre Emilia).
Nell’ultima legge di assestamento di bilancio è stato stanziato 1 miliardo in più per provare ad arginare parte di questo buco nero e dunque la partita si riaprirà con il prossimo Governo che dovrà venire almeno in parte incontro alle richieste delle Regioni che avevano avanzato anche l’ipotesi di un piano di ammortamento per provare a smaltire queste spese extra per il Covid che andranno sostenute anche per tutto il 2022 e forse anche nel 2023.
Tra l’altro a confermare l’impatto disastroso delle spese Covid sui bilanci di Asl e ospedali è stata anche un Focus dell’Ufficio parlamentare di bilancio pubblicato nei giorni scorsi che ha preso in considerazione 72 aziende ospedaliere confrontando i conti economici del biennio appena trascorso con quelli del quinquennio precedente. In valore assoluto, si spiega, lo scostamento costi-ricavi delle aziende ospedaliere italiane è passato da circa 360 milioni nel 2019 a quasi 2,6 miliardi nel 2020 e a più di 3,2 miliardi nel 2021. Nel 2020 la situazione si è aggravata soprattutto nel Mezzogiorno. Invece nel 2021 lo scostamento è aumentato solo lievemente nell’area meridionale del Paese, così come al Nord, a fronte di un incremento più evidente nel Centro. Nel 2020 i ricavi sono diminuiti del 5 per cento su base annua, mentre i costi sono aumentati del 5,7 per cento. Nel 2021, mentre dal lato dei ricavi si è registrato un contenuto recupero (+1,1 per cento), dal lato dei costi è emerso un ulteriore incremento del 4 per cento. L’Upb registra anche un aumento del personale nella Sanità, dopo anni di calo, nel 2020: +5,5%, corrispondente a circa 8mila dipendenti in più.