Il Sud non esce sconfitto dalla partita sui fondi 2011 per la Sanità. Anzi, potrebbe incassare più di quanto sperato alla vigilia. Ma quella di ieri potrebbe rilevarsi la più classica delle vittorie di Pirro. La vera sfida partirà nel 2013 quando tutte le Regioni dovranno fare i conti con i costi standard previsti dal quinto dei decreti attuativi del federalismo fiscale ora alla firma del capo dello Stato. Saranno i costi standard a decidere come finanziare le cure del Ssn con la promessa di abbattere per sempre sprechi e sperperi, almeno così si spera, perché saranno costruiti in base alle performance di tre Regioni benchmark scelte in una rosa di cinque che dovranno aver dimostrato di avere i conti a posto garantendo allo stesso tempo prestazioni di qualità ai propri cittadini.
Per il Sud (dal Lazio in giù), alle prese da anni con voragini nei conti di Asl e ospedali, si tratta di uno sforzo non da poco. E senza ciambelle di salvataggio, visto che tutti i tentativi di inserire indici e parametri di deprivazione (basati cioè sulle peggiori condizioni socio-economiche del meridione) sono andati falliti. L’unico contentino è che tra le tre Regioni di riferimento per i costi standard ce ne dovrà essere una del Sud (accanto a una del Centro e una del Nord).
Ma le prove per il Mezzogiorno non finiscono qui. C’è un’altra partita ancora tutta aperta che potrebbe riservare sorprese amare per chi non riesce a tenere a bada i costi sanitari. Nel decreto su «premi e sanzioni» del federalismo fiscale atteso in Conferenza unificata prima del passaggio alla bicamerale c’è una norma che introduce i «prezzi di riferimento» per i beni e i servizi acquistati dagli ospedali. Una vera e propria stretta visto che per i prodotti non sanitari si dovrà «tener conto – recita la norma – dei prezzi più bassi applicati dalla Regione benchmark». Mentre per quelli sanitari, dalle siringhe alle tac, sarà un decreto della Salute, di concerto con l’Economia, a «definire modalità, tempi e responsabilità per l’individuazione di prezzi di riferimento». Accanto al bastone c’è però pure un po’ di carota: il decreto promette «forme premiali» e «incentivi» per chi istituirà «centrali uniche per l’acquisto».
Ilsole24ore.com – 16 aprile 2011