Senza poltrona i politici non sanno proprio vivere. E allora Emiliano Fittipaldi dell’Espresso è andato a vedere quali sono i nuovi incarichi del professore veneziano. Non risulta sia un esperto mondiale di musica classica, ma l’ex ministro è stato nominato presidente della Fondazione Ravello. Una bella storia di favori incrociati e di stipendi che volano tra amici. Si sa che i politici senza poltrona non sanno vivere neanche un minuto. Non bisogna stupirsi più di tanto, dunque, che Renato Brunetta – una volta perso il posto da ministro – sia diventato presidente della Fondazione Ravello. Incarico gratuito, ma assai prestigioso l’organismo gestisce infatti gli eventi musicali ed artistici che ogni anno vengono allestiti nel paesino della Costiera amalfitana
Dove va in scena uno dei festival più importanti d’Europa. Non solo: la fondazione controlla anche l’auditorium disegnato da Oscar Niemeyer.
Il professore veneziano non è certo un esperto di musica classica. Ma a Ravello è una sorta di podestà: ha una casa di vacanza da sogno, la cittadinanza onoraria e molti sponsor eccellenti. La lobby di Ravello capeggiata da Renato è composta, in primis, dall’ex sindaco del Pd Secondo Amalfitano. Qualche anno fa tra i due è scoppiata la scintilla, tanto che Amalfitano s’è buttato a destra e s’è trasferito al ministero, dove l’amico Brunetta nel 2009 l’ha fatto prima consulente, poi presidente del nuovo ente Formez Italia, con uno stipendio che tra indennità e premi arriva a 219 mila euro l’anno.
La candidatura di Brunetta (che Amalfitano aveva fatto già entrare anni fa nel consiglio della Fondazione) pare sia stata spinta proprio dall’amico del cuore. Il Comune infatti si è astenuto, mentre hanno votato a favore i rappresentanti della Regione e quelli della provincia di Salerno.
Ma ha votato “sì” anche Filippo Patroni Griffi: pochi sanno che il neo ministro della Funzione pubblica che ha sostituito Brunetta è dentro il consiglio di indirizzo della Fondazione dall’inizio del 2011. A Renato è molto affezionato: è stato infatti il suo capo di gabinetto, e nel 2010 Brunetta l’ha nominato pure commissario (150 mila euro l’anno, a cui aggiungere quello di consigliere di Stato fuori ruolo) della Civit, la commissione sulla trasparenza della pubblica amministrazione che molti (tra cui la Ue) si chiedono ancora a cosa serva.
La presidenza Brunetta sta creando parecchi malumori. Dopo la reggenza del sociologo Domenico De Masi – che ha inventato l’auditoriun e rilanciato il Festival – la mano della politica è sempre più forte. I filosofi, i professori universitari e i direttori di musei sono pian piano scomparsi dal consiglio, e oggi i personaggi di spicco, oltre ai politici locali e ai dirigenti ministeriali come Salvatore Nastasi, sono il presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis, Antonio D’Amato e Gabriele Galateri di Genola.
Qualcuno sospetta che la politica abbia messo il suo zampino, lo scorso marzo, anche nella nomina di Andrea Manzi a segretario generale (per la prima volta il ruolo viene stipendiato) della Fondazione. Ex giornalista del “Roma”, Manzi è infatti sposato ad Anna Ferrazzano, tendenza Pdl e vicepresidente della Provincia di Salerno. Ente che ha i suoi rappresentanti in consiglio della Fondazione.
La “cricca di Ravello”, come la chiamano in Costiera, è sempre più potente. E con l’amico Brunetta alla presidenza Amalfitano può dormire ancora sonni tranquilli: difficilmente Renato gli leverà i 25 mila euro l’anno che prende – nonostante sia da anni a Roma al Formez – come “direttore” di Villa Rufolo, luogo incantato dove si tengono eventi musicali. In fondo, chi rinuncerebbe a 25 mila euro in più in tempi di crisi?
fonte: L’Espresso – 30 dicembre 2011