Giuseppe Bottero. È stata annunciata per anni, stoppata da chi temeva «un bagno di realtà», rinviata a tempi migliori. Ora la busta arancione è pronta a partire. L’operazione dell’Inps che permetterà a 23 milioni di contribuenti di prevedere quando andranno in pensione e quale sarà il loro assegno inizia ufficialmente oggi. «E’ una sfida importante, uno sforzo organizzativo enorme», dice Tito Boeri, presidente dell’istituto di previdenza.
Più che una busta, almeno all’inizio, la simulazione sarà un documento interattivo, consultabile sul Web. Si accede con il Pin dell’Inps, e i primi a poterlo fare saranno tre milioni di Under 40: i lavoratori autonomi, i coltivatori diretti, gli iscritti alla gestione separata e al fondo lavoratori dipendenti.
Ad annunciare l’arrivo del materiale saranno un messaggio di posta elettronica e un sms: sul sito si potrà simulare il trattamento pensionistico con dei parametri di massima. L’Inps ha preso come riferimento per la crescita del Paese le stime sul Pil contenute nel Def, ma i fattori si potranno modificare. Il risultato è una fotografia divisa in quattro parti: l’età in cui si raggiungerà la pensione di vecchiaia, la previsione dell’ultimo stipendio prima del ritiro dal lavoro, l’ammontare dell’assegno e il tasso di sostituzione.
Chi non ha il Pin, in autunno, si troverà la documentazione nella buca delle lettere. Dopo gli Under 40, a giugno sarà la volta dei cinquantenni, poi toccherà a chi è a pochi anni dalla pensione. Nei primi giorni dell’operazione è possibile che i dati non siano disponibili per tutti: ad avvisare ci sarà un messaggio.
L’istituto, ha spiegato Boeri a un convegno sulla riforma del lavoro organizzato dal Collegio Carlo Alberto di Moncalieri, è destinato a diventare sempre più una casa di vetro. In rampa di lancio, oltre alla proposta «chiavi in mano» sui sussidi agli over 55, su cui «ancora non ci sono numeri», c’è anche il progetto “Visit Inps”. L’iniziativa parte il 25 maggio e aprirà le banche dati a università, fondazioni e istituti di credito. «Permetteremo una valutazione delle politiche in tempo reale», dice Boeri. È un tema su cui, da tempo, insiste anche Elsa Fornero. «Al progetto – dice – non solo ho creduto ma vi ho lavorato molto, anche in contrasto con alcune strutture. Quei dati sono un bene pubblico». E dall’ex ministro del Lavoro, che pure su alcuni temi avrebbe opinioni in «parziale contrasto» con quelle di Boeri, arriva un’apertura di credito al presidente Inps: «La mia esperienza sarebbe stata molto diversa se avessi avuto come interlocutori alla presidenza dell’Inps e alla ragioneria di Stato le persone che oggi occupano quei ruoli».
La Stampa – 30 aprile 2015