Nessuna novità positiva per chi è già in pensione e una serie di opzioni, in realtà ancora aperte, per chi il lavoro lo deve ancora lasciare. Il tema principale è quello dell’uscita dal meccanismo di Quota 100 dopo il 2021, per il quale si prospetta un meccanismo di pensionamento flessibile.
NORMA SPERIMENTALE La norma è stata introdotta in via sperimentale per tre anni ma a legislazione vigente terminerebbe in modo brusco, costringendo chi non ha centrato il doppio requisito magari per poco ad attendere anni prima della pensione di vecchiaia (a 67 anni) o di quella anticipata (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 e 10 mesi per le donne). Per evitare questo scalone servirebbe qualche forma di flessibilità in uscita. Alcune idee erano emerse già in passato: Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi Itinerari previdenziali, aveva proposto a suo tempo una Quota 100 con penalizzazione economica proporzionata al numero di anni di anticipo. Marco Leonardi, già consigliere economico del premier Gentiloni, ricorda oggi che nel 2015 era stata ipotizzata una flessibilità in uscita con opzione al contributivo, sul modello di opzione donna ma generalizzata con 64 anni di età e 36 di contributi. Pure in questo caso l’accesso anticipato alla pensione avrebbe un costo economico per l’interessato. Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha invece espresso recentemente un’idea un po’ diversa, basata su coefficienti di gravosità: in pratica la flessibilità dovrebbe essere su misura, in base a quanto è pesante la mansione svolta. Una soluzione del genere si collega evidentemente agli eventuali risultati della commissione che deve iniziare a operare, ma comporta oneri finanziari difficili da definire in partenza. Anche Leonardi ritiene che sarebbe necessario «affiancare alla flessibilità in uscita una Ape sociale, ovvero un’indennità ponte di 3-4 anni fino alla pensione per i lavoratori gravosi (da estendere possibilmente a tutto il lavoro manuale), i disoccupati espulsi dal lavoro in tarda età, i disabili e gli assistenti di parenti non autosufficienti». Mentre il precedente esecutivo giallo-verde aveva ipotizzato come punto di caduta di Quota 100 l’uscita con 41 di contributi a prescindere dall’età, che di per sé non è uno schema flessibile. Insomma l’arco delle soluzioni possibili è ampio; se ne parlerà oggi a un convegno organizzato dall’Inapp a Roma. Ma l’andamento effettivo della discussione nei prossimi mesi dipenderà oltre che dai soliti vincoli di bilancio anche dalla tenuta politica della maggioranza.