Il Sole 24 Ore. Tavolo pensioni. ?Nel tavolo Governo-sindacati, l’esecutivo si è impegnato a preservare le pensioni dal possibile impatto dovuto alla caduta del Pil
Le nuove pensioni non subiranno gli effetti della caduta del Pil, precipitato verso il basso negli ultimi mesi sotto la spinta dell’emergenza innescata dalla pandemia. È stata la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo in persona a garantire ai sindacati nell’incontro di ieri mattina che nella manovra sarà prevista una misura per sterilizzare gli effetti negativi del Prodotto interno sulla rivalutazione del montante contributivo. In attesa di affrontare il prossimo anno lo scoglio del “dopo-Quota 100, ad arricchire il pacchetto pensionistico della legge di bilancio, che sarà esaminata dal Consiglio dei ministri tra domani e sabato, saranno la proroga di un anno di Opzione donna e di Ape sociale per il quale scatterà un’estensione della platea a chi non percepisce la Naspi. Tra gli altri interventi in arrivo la piena copertura previdenziale per il part-time verticale, la riduzione della soglia da 1.000 a 500 dipendenti per il contratto di espansione, anche nella prospettiva di una “staffetta generazionale”, e gli “scivoli” agevolati per le aziende con esuberi di personale mantenendo fino a 7 anni la durata dell’isopensione da agganciare alla Naspi per il primo periodo d’uscita (due o tre anni).
Il capitolo pensioni della manovra dovrebbe contenere anche una norma per rendere esigibile il Fondo esattoriali e, soprattutto, una nuova fase di “silenzio-assenso” per rilanciare l’adesione alla previdenza complementare che scatterebbe nel corso del 2021, anche se non all’inizio dell’anno. Anche se su questo punto il Governo ha continuato a mostrare una certa cautela. Mentre sull’opzione di introdurre Quota 41 per alcune categorie di lavoratori cosiddetti “fragili” (uscita alla maturazione dei 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età anagrafica), fortemente caldeggiata da Cgil, Cisl e Uil, nonostante la disponibilità mostrata dalla Catalfo si è registrata una sostanziale frenata a causa dei costi dell’operazione. La richiesta dei sindacati è di far rientrare in questo canale d’uscita i malati immunodepressi, in attesa di trapianto, i diabetici i cardiopatici, i pazienti in dialisi e tutti i lavoratori dichiarati inidonei al lavoro, con un allargamento della platea giudicata insostenibile dai tecnici del Governo rispetto alle risorse disponibili. La questione è stata nuovamente affrontata al tavolo tecnico convocato ieri pomeriggio proprio per cercare di sciogliere alcuni nodi in sospeso. Come quello dell’estensione dell’Ape sociale ad altri lavori “gravosi” (ad esempio il personale sanitario e socio-assistenziale) e del meccanismo che regola le uscite dei “precoci”.
La vera novità rispetto a quanto emerso nei precedenti incontri con i sindacati è la decisione anticipata dalla Catalfo di blindare le pensioni da effetti recessivi. In sostanza il governo si è impegnato per la messa a regime della norma che era stata introdotta cinque anni fa (Dl 65/2015) e che prevede la salvaguardia degli assegni futuri Inps da una variazione negativa del Pil nominale nella media dell’ultimo quinquennio. In particolare, il coefficiente di capitalizzazione del montante utile per quantificare le pensioni o le quote di pensione da calcolare con il sistema contributivo, verrebbe confermato pari a uno in caso di Pil negativo, salvo un recupero che verrà effettuata sulle rivalutazioni successive. La misura, finora mai applicata a regime, avrà bisogno di una copertura che ora andrà quantificata. E che potrebbe far salire oltre i 200 milioni fin qui ipotizzati il pacchetto previdenziale da inserire in manovra. Con il quale, come detto, sarà prevista l’equiparazione del part time verticale a quello orizzontale garantendo una copertura previdenziale piena in termini di giorni di lavoro anche a chi lavora un tempo ridotto non solo sulle ore giornaliere ma sui giorni della settimana o sui mesi. Per il calcolo dell’importo dell’assegno si terrà in ogni caso conto della contribuzione versata sulla base della retribuzione percepita, che si alleggerirà con la riduzione delle ore di lavoro lavorate.
Marco Rogari