Marco Rogari, Il Sole 24 Ore. Nessuna stretta per i medici e piena tutela di tutti gli assegni di vecchiaia, con il mantenimento dei tagli solo sulle pensioni di anzianità di dipendenti degli enti locali, maestri e ufficiali giudiziari. Si tratta di una delle ultime ipotesi su cui stanno lavorando i tecnici dei ministeri del Lavoro e della Salute, oltre che del Mef, per correggere l’ormai famoso articolo 33 della manovra. Anche se resta ancora l’incognita-coperture. Anche nelle riunioni di ieri non sarebbe stata trovata la quadratura del cerchio per mantenere i saldi invariati e per questo motivo l’opzione del salvataggio differenziato (totale per i «sanitari» e limitato ai trattamenti anticipati per le altre categorie interessate) non può essere considerata definitiva. In ogni caso l’obiettivo del governo resta quello di salvaguardare il personale sanitario. A cominciare dai medici che con le loro “sigle” hanno indetto uno sciopero per il 5 dicembre contro l’attuale versione del disegno di legge di bilancio che fa salire l’aliquota di rendimento sulla parte retributiva dell’assegno (per anzianità inferiori a 15 anni rispetto alla “deadline” del 31 dicembre 1995).
Un obiettivo ormai comune per tutta la maggioranza e anche per gran parte dell’opposizione. Della lista di 92 ritocchi presentata al Senato da Azione ne fa parte uno per cancellare la misura sui tagli alle pensioni di medici, infermieri, dipendenti locali, maestri e ufficiali giudiziari. Anche il M5S si è detto ponto a intervenire contro la stretta sulle pensioni. Sulla previdenza le opposizioni si muoveranno comunque in ordine sparso, mentre Pd, M5S, Avs, Più Europa e Partito socialista hanno deciso di presentare in forma congiunta tre modifiche sulla sanità per irrobustire di 4 miliardi gli stanziamenti per il 2024, abbattere le liste d’attesa e garantire più fondi
all’assistenza agli anziani non autosufficienti.
Complessivamente, sono non meno di 2.600 gli emendamenti al Ddl di bilancio depositati in Commissione al Senato dalle opposizioni, di cui oltre 1.100 dal Pd, circa 950 dai Cinque stelle e una novantina da Azione, che ieri ha presentato una contromanovra da 24,4 miliardi, 10 dei quali destinati alla sanità. Nella maggioranza la Lega non ha rispettato l’impegno di non presentare correttivi: dal Carroccio ne sono arrivati tre non a carattere oneroso. Altri ritocchi saranno presentati nei prossimi dai relatori in attesa del maxiemendamento finale del governo. Che conterrà la soluzione sui tagli alle pensioni e sulla questione affitti. Intanto si delinea un allungamento dei tempi per il “sì” del Senato: il testo dovrebbe approdare in Aula l’11 dicembre (e non più il 4) con l’obiettivo di ottenere il primo via libera entro il 15, più o
meno in concomitanza con l’apertura (il 14) di Atreju, la festa di Fdi.
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