di Lorenzo Salvia. Uno sconto permanente, non una tantum. C’è un chiarimento sull’uscita anticipata per i lavoratori delle 15 categorie gravose individuate dal governo, dalle maestre d’asilo ai muratori. Lo sconto di cinque mesi si applicherà non solo nel 2019, quando 14.600 persone potranno lasciare il lavoro a 66 anni e sette mesi, evitando lo scatto a 67 anni che riguarderà tutti gli altri. Ma resterà valido anche per gli anni a seguire, quando l’asticella continuerà a salire, anche se con uno scatto più morbido nel 2021 per effetto del nuovo metodo calcolo della speranza di vita. Nel 2027, secondo le previsioni del governo, coloro che fanno lavori gravosi potranno uscire a 67 anni e tre mesi, contro i 67 anni e otto mesi di tutti gli altri. Il chiarimento arriva dalla relazione tecnica sull’emendamento che il governo ha presentato ieri al disegno di legge di Bilancio, in discussione al Senato con un ritmo più lento del previsto.
Da qui al 2027, a beneficiare dello sconto saranno 167 mila persone. Il costo totale dell’operazione, sempre fino al 2027, sarà di 1,4 miliardi di euro. A patto che le 15 categorie di lavori gravosi non vengano modificate. Cosa che potrebbe accadere tra pochi giorni con altri emendamenti alla manovra, oppure nei prossimi mesi quando arriveranno i risultati della commissione creata dal governo per studiare la questione. L’emendamento riprende il testo presentato nei giorni scorsi ai sindacati, con l’eccezione dell’allargamento dei requisiti per l’Ape social, l’anticipo pensionistico riservato alle categorie deboli come i disoccupati. Un pezzo che arriverà più avanti, promette il governo, quando la manovra approderà alla Camera e saranno stati fatti i conti sulle risorse ancora disponibili. Bisogna aspettare qualche giorno anche per il decreto direttoriale che formalizzerà l’innalzamento della pensione a 67 anni per tutti i lavoratori che non rientrano nelle 15 categorie di attività gravose. Una scelta «politica», per evitare di alzare la palla alla manifestazione della Cgil del 2 dicembre.
Oltre a quello sulle pensioni, il governo ha presentato un altro pacchetto di emendamenti che sarà votato nei prossimi giorni. Gli operatori dei call center interni alle imprese non dovranno più dire a inizio telefonata da dove stanno chiamando, l’obbligo resta solo per le aziende appaltano il servizio all’esterno. Dal 2020 gli apparecchi radio messi in vendita dovranno essere in grado di ricevere anche il segnale digitale. Mentre il congedo di tre mesi per le donne vittime di violenza viene esteso anche alle lavoratrici domestiche come colf e badanti.
Dal primo dicembre sarà possibile presentare domanda per il Rei, la nuova misura di contrasto alla povertà: riguarderà 490 mila famiglie con un contributo che potrà arrivare fino a 485 euro al mese. L’Agenzia delle entrate ha pubblicato le statistiche sugli studi di settore, usati per verificare la «congruità» dei redditi dei lavoratori autonomi. Nella classifica dei ricavi troppo bassi il primo posto va ai barbieri (55%), seguiti da parrucchieri (52%) e fiorai (47%).
Il Corriere della Sera – 24 novembre 2017