Un modo per aumentare l’anzianità contributiva è chiedere il riscatto dei periodi di laurea e di specializzazione. Ma ai riscatti ci sono alternative interessanti
La Manovra 2024 che ha tagliato i rendimenti delle pensioni di anzianità calcolate prima del 1996 con il metodo retributivo ha inciso sul morale di medici e infermieri nel pubblico impiego. E sarà ricordata negli scioperi annunciati a febbraio. Dimostra purtroppo che, quando il contribuente fa valutazioni anticipate su come sarà l’assegno al momento di pensionarsi ad una data età, fino all’ultimo nulla è scontato. Un modo per mettere fieno in cascina ed aumentare l’anzianità contributiva è chiedere il riscatto dei periodi di laurea e di specializzazione. Il medico ospedaliero trova naturale fare domanda all’Inps –ma contribuisce in quota A Enpam e in quota B quando svolge libera professione e a volte trova giovamento dal chiedere il riscatto alla Fondazione –mentre i medici convenzionati e liberi professionisti fanno domanda ad Enpam. Adesso c’è, in Inps, anche la possibilità di chiedere il riscatto agevolato.
Partiamo dal riscatto Inps ordinario: la cifra da pagare varia in base al periodo della laurea e al sistema di calcolo dell’assegno pensionistico. Per chi si è laureato entro il 2011 e ha 18 anni di contribuzione pre-1996, si applica il metodo della riserva matematica. Lo stesso metodo vale per i contributi versati prima del 1° gennaio 1996. Per periodi post-1996, si calcola l’aliquota Ivs (33% nel 2024, più l’1% oltre la prima fascia di retribuzione) sulla retribuzione degli ultimi 12 mesi prima della domanda. Costa fino al 70% meno il riscatto agevolato: nel 2023 la cifra da pagare è stata circa 5700 euro. Per accedervi, e? necessario che i periodi da riscattare ricadano tutti nel sistema contributivo (1996 in poi). Se i corsi sono stati seguiti prima del 1996, si può accedere solo se si accetta il ricalcolo della pensione che può comportare assegni ridotti del 20-30%. È sempre possibile dilazionare i versamenti fino a 120 rate. I dipendenti pubblici possono continuare a versare dopo l’uscita dal lavoro, gli altri no. Il riscatto può essere dedotto dalle tasse, abbattendo il reddito imponibile, ma vale solo per chi paga Irpef ordinaria; chi è soggetto all’imposta sostitutiva perché ha una partita Iva a regime forfettario, non gode di tale chance.
Ai riscatti ci sono alternative interessanti. Grazie alla legge 232/2016 comma 195 si possono cumulare i contributi versati in diversi istituti, ad esempio Inps ed Enpam. Ciascuna cassa valorizza i contributi versati nella sua gestione con proprie regole. Non ci sono costi aggiuntivi ma con il cumulo, in Inps si può riscattare il corso di laurea e non gli anni di specializzazione. C’è poi la totalizzazione dei contributi che può riguardare periodi lavorativi anche coincidenti: non prevede alcuna spesa, ma i contributi restano nelle rispettive gestioni, che poi calcoleranno la propria quota di pensione con proprie regole. Non si possono valorizzare gli anni di specializzazione.
Fronte Enpam, quest’anno c’è subito una novità: le rate si versano –in unica soluzione o in due rate semestrali entro 30/6 e 31/12– solo con bollettino Pago PA, rintracciabile nell’area riservata tra gli “avvisi a pagamento” nel menu a sinistra del sito, e non più con i bollettini Mav. Può far domanda chi non ha ancora compiuto l’età per la pensione, ha versato contributi a un fondo per 10 anni (5 per il riscatto di allineamento), è in regola con il pagamento di altri riscatti in corso, non ha fatto domanda di pensione d’inabilità assoluta permanente. Si può riscattare in tutto (riscatto totale) o in parte (riscatto parziale) il solo corso di laurea: 6 anni per i medici, 5 per i dentisti (divenuti 6 dall’anno accademico 2009/10). Fatta la domanda, quando si riceve la proposta degli uffici va accettata entro 120 giorni altrimenti decade e non si può rifare domanda per 2 anni.
In Enpam possono essere riscattati pure i corsi di specializzazione frequentati entro il 2006 e i corsi di medicina generale frequentati entro il 4 novembre 2010. Dal 2007 per gli specializzandi e da fine 2010 per i tirocinanti mmg è scattata la contribuzione obbligatoria in Inps. Si possono riscattare con Enpam pure: il servizio militare o civile, il periodo pre-contributivo compreso tra l’iscrizione all’Albo professionale e il 1° gennaio 1990 per i medici (il 1° gennaio 1995 per i laureati in Odontoiatria), i periodi di sospensione dell’attività convenzionata. In Enpam esiste poi il riscatto di allineamento per portare i contributi già pagati al livello di una contribuzione più alta versata nei periodi in cui il reddito è stato maggiore. Tale riscatto non aumenta l’anzianità contributiva. Si può infine versare un contributo volontario per la genitorialità se iscritti alla gestione Quota B della libera professione così da coprire i periodi privi di contribuzione per gravidanza, adozione e affidamento, interruzione di gravidanza. Confronti Inps-Enpam non sono proponibili – ogni iscritto, anche doppio iscritto, fa storia a sé – ma ci sono casi di doppia contribuzione, ad esempio per medici ospedalieri che svolgono libera professione e pagano anche solo la quota B ridotta del 2% in cui i costi Enpam sono molto più bassi del riscatto ordinario e l’assegno è più alto che nel riscatto Inps agevolato.
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