Mentre il governo è alle prese con il bilancino per mettere a punto gli interventi più urgenti su lavoro e welfare, nel fronte riforma pensioni scoppia un’altra bomba che potrebbe mettere a soqquadro tutte le proposte sin qui abbozzate.
Non solo, infatti, restano da portare in salvo oltre 120mila esodati già in stato di attesa della pensione, con ulteriori 200mila fuori da qualsiasi piano di rientro previdenziale. Ora, alla finestra si affaccia un altro, e ancor più sostanzioso esercito di disperati: quello degli over 45 che si trovano ai margini del mercato perché licenziati o messi in mobilità, ma ancora lontani dai minimi per l’uscita dall’età professionale.
Si tratta di una vera e propria moltitudine silenziosa, sulle cui spalle pende un macigno portato direttamente dalla crisi economica, con le migliaia di aziende costrette a chiudere e gli esuberi di personale che queste hanno dovuto potare dai propri organici, nei quali trovavano spazio, assai spesso, lavoratori di lungo corso improvvisamente lasciati in mezzo alla strada. Non esistono calcoli ufficiali su questa popolazione, ma sicuramente il numero di coloro che appartengono a tale categoria di dimenticati ammonta a oltre 500mila di persone, se si pensa che l’associazione Atdal-Over40 ha avanzato l’ipotesi che siano sul milione e mezzo gli interessati totali, con Aspi e altri ammortizzatori che “coprono il 30% dei senza impiego”.
A rendere questi numeri ancor più preoccupanti, un’indagine della Camera chiusa nel 2006 – dunque, anteriormente all’arrivo della crisi economica e della recessione – dove si contavano 750mila over 45 sprovvisti di attività e in mancanza di agevolazioni al reddito. Insomma, una nuova tragedia sociale, direttamente non imputabile a scelte politiche precise – come per gli esodati – ma che nessun partito ha ancora annunciato di volersi prendere in carico.
A ben vedere, però, c’è chi propone un taglio netto con il recente – e problematico – passato in ottica pensionistica: è il MoVimento 5 Stelle che, per bocca di due deputati, dichiara al quotidiano Italia Oggi di propendere per l’abolizione totale della riforma Fornero che tanti danni ha procurato. Una linea diversa da quella mantenuta sin qui dal governo Letta, che invece vorrebbe introdurre dei correttivi per l’uscita flessibile dal lavoro, con possibilità di periodi part time per favorire l’ingresso di giovani in cerca di occupazione.
Comunque sia, nelle ultime ore è tornata a parlare anche l’artefice della legge previdenziale più discussa e condannata dalle parti sociali in maniera unanime, la professoressa Elsa Fornero, uno dei simboli del precedente esecutivo guidato da Mario Monti. E sugli esodati, la sua posizione è che “i vertici dell’Inps andrebbero sanzionati qualora intervengano su situazioni già ritenute degne di salvaguardia”. Quindi, l’ex ministro, aprendo alle modifiche annunciate dal suo successore Giovannini, nota però che il problema sarebbe endemico alla popolazione italiana, la quale “costa troppo ed è poco produttiva”. Se la bistrattata ministra era in cerca di ricostruirsi un’immagine pubblica, allora i primi passi non sono proprio incoraggianti.
LeggiOggi – 30 maggio 2013