Il testo della legge di bilancio bollinato dalla Ragioneria dello Stato conferma un piccolo restyling per le fasce di perequazione delle pensioni. I pensionati che percepiscono assegni compresi tra le tre e le quattro volte il trattamento minimo inps cioè tra i 1.539 e i 2.052 euro lordi mensili dal 1° gennaio 2020 otterranno l’adeguamento pieno all’inflazione anzichè al 97% come prevede la disciplina attualmente in vigore. Il documento conferma anche le altre due misure già anticipate nei giorni scorsi: la proroga di un anno dell’opzione donna e dell’ape sociale, il sussidio di accompagnamento per le categorie più deboli da 63 ai ai 67 anni.
Le novità
L’opzione donna aprirà così i battenti anche alle coorti delle lavoratrici nate tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 1961 (1960 per le autonome); nello specifico occorrerà soddisfare 58 anni di età (59 le autonome) e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2019. L’ape sociale resta, invece, sino al 31 dicembre 2020 nella formula attualmente già nota (63 anni e 30 o 36 anni di contributi a seconda dei profili di tutela). Dopo accese discussioni quota 100 è per ora al sicuro. Durerà sino al 2021 nella forma attualmente nota: 62 anni e 38 anni di contributi senza finestre aggiuntive (che quindi restano di tre mesi per i lavoratori del settore privato e di sei mesi per il pubblico). Probabilmente ulteriori correttivi saranno inseriti durante l’esame parlamentare della manovra.
Come accennato il capitolo pensioni vede anche l’incremento delle percentuali di rivalutazione dei trattamenti pensionistici compresi tra tre e quattro volte il minimo (cioè tra 1539 e 2052 euro mensili lordi). Un incremento simbolico perchè tradotto in soldoni vale pochi denari, anzi pochi centesimi al mese in più. Un assegno di 1.600 euro mensili lordi al 31 dicembre 2019, ipotizzando un’inflazione dell’1%, vedrà crescere l’assegno a 1.616 euro anziché a 1.615,52 euro previsti dalla normativa attuale.
Per le classi di assegni superiori a quattro volte il minimo non cambia nulla: continueranno ad applicarsi le fasce di rivalutazione previste dalla scorsa legge di bilancio (Ln 145/2018) nelle misure esposte in tabella. Quindi con una rivalutazione compressa tra il 77 ed il 40% dell’inflazione. Confermato anche il meccanismo di rivalutazione che si applicherà con riferimento all’intero trattamento pensionistico e non su ciascuna singola fascia.
Pensioni oggi