La maggiore spesa per pensioni determinata da Quota 100 sarà «sensibilmente inferiore» ai 20 miliardi stimati al momento del varo del decreto, a gennaio. Lo ha reso noto ieri sera il ministero dell’Economia in una nota nella quale si chiariva che «non trova alcun riscontro nelle stime della Ragioneria generale dello Stato» il maggior onere pensionistico di 63 miliardi, tra quest’anno e il 2036, riportato dai giornali.
In particolare, secondo il Mef, «il valore ampiamente sovrastimato di 63 miliardi di euro risulta essere il frutto di un’elaborazione giornalistica non corretta dal punto di vista logico». Il riferimento è al report sulle “Tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio sanitario” pubblicato mercoledì scorso. Secondo la nota le sintesi giornalistiche si limitavano a distribuire in maniera uniforme sull’intero periodo considerato dal Rapporto (2019-2036) il valore medio della variazione del rapporto della spesa/Pil (0,2%) stimato rispetto allo scenario base. Ieri il ragioniere generale, Biagio Mazzotta, è stato a palazzo Chigi a colloquio con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, un incontro in vista dei lavori preparatori della Nota di aggiornamento al Def e della manovra.
Sempre ieri sui numeri della spesa aveva preso posizione anche il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che ha annunciato di aver aperto una interlocuzione con la Ragioneria: «Sinceramente sono abbastanza sorpreso di questi 63 miliardi, probabilmente s’intende qualcos’altro», ossia che «il fatto che qualcuno che va in pensione oggi, con Quota 100, continuerà a prendere una pensione nel futuro». L’Inps dovrebbe comunicare nei prossimi giorni i primi dati di cassa su “quota 100” e le altre misure di agevolazione pensionistica introdotte a gennaio dal passato governo. Nei giorni scorsi Tridico aveva parlato di risparmi fino a 4 miliardi.
Il Sole 24 Ore