L’Inps è pronta a lanciare a partire dal primo maggio, la busta arancione, il documento che permetterà ai contribuenti di calcolare la data precisa in cui, secondo le norme ad oggi in vigore, potrà andare in pensione. Ecco l’intervista al presidente dell’Inps Tito Boeri realizzata per il programma di Rai Tre Ballarò.
Chi sono gli interessati
La busta arancione, una vera e propria busta cartacea, sarà inviata al domicilio di circa 3 milioni di lavoratori sprovvisti di codice PIN Inps. Mentre per la maggior parte dei lavoratori interessati, quelli appunto in possesso del codice PIN rilasciato dall’Inps per accedere al proprio cassetto previdenziale, la busta arancione non sarà inviata a casa con una lettera dell’Inps ma sarà accessibile sul sito dell’Inps in una apposita sezione. La sperimentazione di Simula, questo il nome del progetto per il calcolo della pensione futura, coinvolge circa 10mila lavoratori. Si partirà dai più giovani per poi man mano allargare la platea, per arrivare ad informare a fine anno 18 milioni di persone. L’anno prossimo invece si concluderà tale processo con i dipendenti pubblici e con gli iscritti alle gestioni speciali.
Come funzionerà
L’Inps assegnerà un Pin personale a ogni contribuente: con questo codice i lavoratori potranno accedere ai servizi online dell’Inps. chi ne è già in possesso dovrà utilizzarlo, mentre chi non l’avesse ancora richiesto dovrà seguire le procedure per la richiesta e attendere i tempi per la registrazione.
L’applicazione incrocerà tre dati:
1) l’estratto conto allo stato attuale,
2) una proiezione dei contributi mancanti,
3) il contesto dello scenario macro-economico sulla base dei dati della Ragioneria di Stato. Quest’ultimo dato sarà, a sua volta, il risultato di quattro parametri: l’andamento dell’economia, quello delle retribuzioni, il livello di inflazione e l’aspettativa di vita. Naturalmente un aumento nell’aspettativa di vita farà diminuire l’importo dell’assegno.
Gli obiettivi
L’operazione si inserisce nel processo di trasparenza voluto dal presidente Tito Boeri che dovrebbe aiutare anche a fare in modo che “i contributi non vengano percepiti come tassa, ma come una forma di risparmio forzosa”, oltre che rendere più consapevoli i lavoratori italiani dell’assegno previdenziale su cui potranno contare durante la loro vecchiaia. “E’ un operazione molto importante – dice Tito Boeri – perché va incontro ad un’esigenza di informazione profonda che c’è nel nostro Paese e che i governi che si sono succeduti in questi anni non hanno mai voluto fornire ai cittadini forse perché temevano di avere delle ricadute negative dando queste informazioni”.
Economia Rai – 13 aprile 2015